Un suono prodotto da un corpo vibrante non è mai puro, ma è costituito da un amalgama in cui al suono fondamentale se ne aggiungono altri più acuti e meno intensi: questi sono gli armonici
"Musica sperimentale per cornamusa sola" fa pensare a qualcosa di piuttosto ridicolo. Assomiglia a un ossimoro: cornamusa = zampogna = pastore, Natale = l'opposto della sperimentazione. E invece questo David Watson riesce a far pubblicare da Ecstatic Peace! (fondata da Thurston Moore, che è uno che ne sa) un album di musica sperimentale per cornamusa sola che di ridicolo non ha proprio nulla. A meno che vogliate considerare ridicoli - che so - Glenn Branca o Meredith Monk.
In realtà, strumento a parte, la vicinanza massima sembra quella col Demetrio Stratos di "Cantare la Voce": diplofonie, ipertoni, soffi, gorgheggi, droni, gorgoglii... Bello schifo, no? Sì. No. Boh. Dipende, in realtà.
Certo, se uno cerca gighe scozzesi, non è "Throats" che deve ascoltare. Di musica "vera e propria" (qualunque cosa voglia dire) qua ce n'è poca. Si tratta di pura avanguardia: il fine è la sperimentazione sullo strumento, il risultato "tecnico", non quello estetico-compositivo. E allora che ce ne facciamo, perché dovremmo ascoltarlo noi che non suoniamo la cornamusa e non abbiamo alcuna intenzione di imbracciarne una?
Il fatto è che "Throats" è un disco estremamente suggestivo, ipnotico, coinvolgente. Possibile? Sì, perché è talmente ricco di dettagli acustici da perdercisi dentro: seguire le linee degli armonici che crescono, calano e si elidono in "Glossal" e "Vacuole", annichilirsi nel gioco di battimenti in "Queen Jealousy", dissotterrare irriconoscibili movenze anglo-celtiche segretamente impregnate in ogni nota dell'album.
Poi arriva la voce. Sì, vi avevo preso in giro, non è proprio tutta tutta cornamusa e basta. Non che il "cantato" di Shelley Hirsch e Makigami Koichi arrivi per addolcire la proposta: lo scopo di "Seventh Stomach", "Acute", "Pythia" e "Cutting" è quello di mostrare le possibilità di dialogo fra la tecnica di David Watson e vari ambiti dell'avanguardia vocale (avanguardia per modo di dire, perché il throat singing è praticato da secoli in alcune repubbliche dell'Asia centrale).
In "Pool" troviamo uno scacciapensieri, e diventa evidente come buona parte del disco ruoti attorno alla ricerca sugli armonici. La volontà di riscoperta e riappropriazione delle loro tecniche rafforzative diventa allora il messaggio centrale di "Throats", e assieme fornisce un'importante chiave di lettura e un mezzo per trascendere l'opera, uscendo finalmente dall'ottica "sì ma tanto io la cornamusa non la suono".
Il brano più evocativo e basilarmente emozionale è tuttavia "Stomion", che con sapienza è stato scelto come prima traccia. Sorta di "The Ascension" per cornamusa, si snoda su dieci minuti in una trance minimalista che è un impercettibile crescendo, un flusso immobile modello "Regina Rossa": scorrere, scorrere per lasciare la musica perfettamente ferma, immobile, cristallizzata nella pura contemplazione della stasi.
18/12/2007