Amber Smith

Introspective

2008 (TwelveTones)
pop-wave
7

Tornano gli ungheresi Amber Smith a due anni dall'amabile "rePRINT", e la loro è una conferma non priva di sorprese. Malinconico bilancio esistenziale sotto forma di scintillante e nostalgico quaderno di perfette pop-song, "Introspective" fa bella mostra della felice vena canzonettara del quartetto di Budapest e, rispetto al precedente album che era dominato e illuminato dai soli intrecci chitarristici, intromette nella formula melodica della band una massiccia dose di influenze synth.

Riassumendo: ritmi e strutture che si fanno molto più rilassate e ancor più easy, all'insegna di un pop fresco e raffinato, profumato di passato più o meno recente, sincero perché privo della benché minima "posa". Ci sono i nobili, ma anche i meno nobili, alfieri del "new romantic" a vegliare sulla dolce e rassegnata "Welcome To CIA"; ci sono i new-waver indecisi tra le nevrosi della prima ora e la compassata eleganza della maturità a spingere brani come l'elegante "My Final Plea", la stessa "Introspective" - forse il pezzo meno immediato della raccolta, e tra i più riusciti - o come "Brazil", che si permette pure plateali omaggi ai Japan

Ma più di tutto ci sono le perfette pop-song di cui si diceva sopra; quelle per cui la band mostra una predilezione che nel disco precedente era ancora mascherato dagli arrangiamenti onirici. E che qua trionfa in canzoni a cui nulla mancherebbe (a parte il giusto hype o forse la giusta nazionalità) per poter funzionare come singoli: c'è "1980", autentico manifesto di intenti artistici, lirici, musicali da parte del cantante e leader Imre Poniklo; c'è la fantastica "Coded", che singolo lo è effettivamente (come anche la title track), ma ben difficilmente la vedremo riscuotere il successo che meriterebbe. E ancora "Simon Says", "Select All/Delete All", facili, frivole, spudorate. E addirittura uno strumentale, "Hectic", che in pieno 2008 non si vergogna minimamente di pagare dazio ai primi Roxy Music.

Tutto in un disco che avanza spedito e leggiadro, senza intoppi e incertezze (o quasi: "Treading Water" ce la potevamo risparmiare), forse un po' spiazzante per chi ha amato l'incantato guitar-pop del precedente lavoro della band. Ma anche qui, come allora, il risultato finale non è mai meno che accattivante, grazie a canzoni che non fanno mai pesare né l'effetto nostalgia né qualunque altra possibile menata di natura "critica". Canzoni spesso meno semplici di quanto appaiono, canzoni capaci di farsi ascoltare infinite volte e con sempre immutato piacere. Dite pure che è poco.

07/03/2008

Tracklist

1. Introspective
2. 1980
3. Coded
4. Select All/Delete All
5. Brazil
6. Hectic
7. Treading Water
8. Welcome To CIA
9. Simon Says
10. Father
11. My Final Plea

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