Dire che in Calexico non sono più quelli di una volta è un eufemismo. Nessuna ansia revanscista né volontà d'indorare la pillola: semplicemente i Calexico di "The Black Light" (ma ci saremmo accontentati anche di quelli di "Feast Of Wire"), quelli che abluivano il roots-rock nel post-rock, il classicismo della Penguin Café Orchestra nel primitivismo dell'alt-country, oggi non esistono più.
Al posto loro i Calexico "mark II", quelli di "Garden Ruin": perizia concertistica, arrangiamenti di classe (accordion, vibrafoni, archi, ottoni), frequentazioni stilistiche familiari miniate su scala radiofonica in canzoncine da due minuti e mezzo/tre minuti.
E un Joey Burns in piena crisi di mezz'età che si concede stravaganti scappatelle da popstar soffocando col suo crooning sempre più lagnoso e mellifluo i pochi spunti decenti di un gruppo che nasce e dà il meglio di sé in chiave essenzialmente strumentale.
È su tali basi che questo nuovo gruppo sarà giudicato, senza accanimento né favoritismi pregressi: fra lepidezze pop molto a sud del confine "Victor Jara's Hand" (con la sua andatura mariachi) e "Inspiracion" (una specie di "Besame Mucho"), pop wave imbarazzanti ("Two Silver Trees", arpeggio kabuki e ritornello anni Ottanta e la sincopata "Writer's Minor Holiday"), pezzi come "Man Made A Lake" e "The News About Williams" (una delle meno peggio del lotto) in cui sembrano dei Moody Blues con licenza di feedback e twang, country-pop per coppiette che hanno perso la verginità sulla groppa di un toro meccanico ("Slowness" e "Red Blooms"), si salvano da un completo naufragio il surf-mex morriconiano di "El Gatillo", il folk-noir jazzato di "Bend In The Road", le modanature dub di "Fractured Air", e il post-folk redivivo di "Contention Day", unico brano a eccedere (di pochissimo) in lunghezza e atmosfera.
E dato che, come potrete liberamente constatare in scaletta, arrivano tutte nella seconda parte, c'è ancora speranza, verrebbe quasi da esclamare, come un medico che scorge qualche linea frastagliata sul monitor del tracciato cardiaco mentre è sul punto di riporre sconfortato il defibrillatore. Rianimiamoci.
08/09/2008