In un certo senso, celebrando i 25 anni di attività di questa band geniale americana, celebriamo anche l’anniversario della musica “indie”, che oggi ormai significa poco, ma alla metà degli anni 80 era un’ancora di salvezza dalla generale pessima qualità della musica pop che veniva inoculata in quegli anni.
Camper Van Beethoven, band di Santa Cruz, esordì nel 1985 con un album di stralunata, acida bellezza, “Camper Van Beethoven and The Border Patron”, poi immediatamente ristampato e oggi più conosciuto come “Telephone Free Landslide Victory”. Già la loro discografia – quindi – si rivela incasinata sin dagli inizi, così come complessa è la loro musica, miscelando beffardamente country, rock, punk, psichedelia (era proprio di quegli anni il ritorno del genere), avanguardia e jazz. Produssero geniali album assieme al grande chitarrista americano Eugene Chadbourne, finendo poi sotto l’attenzione della Virgin Records con la quale firmarono un contratto e per la quale uscì quello che forse è il loro album più conosciuto, “Our Beloved Revolutionary Sweetheart”.
Ecco che quando la ricostituita band chiede alla Virgin i diritti per compilare l’antologia che stiamo recensendo si vede negare l’autorizzazione. “Popular Songs Of Great Enduring Strength And Beauty” è un’antologia con ben cinque brani fedelmente ri-registrati, alla faccia (“rising up a stiff finger”, dicono sul loro sito) della Virgin e, di fatto, questa azione non solo crea un caso e impreziosisce questa raccolta, ma dimostra la forma smagliante della band, che oggi si presenta live nella stessa formazione originale, ad eccezione del batterista: David Lowery (lead vocals, guitar), Jonathan Segel (violin, keys, guitar, vocals), Victor Krummenacher (bass) and Greg Lisher (lead guitar), e il nuovo batterista Frank Funaro (Cracker, Joey Ramone, The Dictators).
Riascoltiamo con divertito piacere “The Day That Lassie Went To The Moon”, loro celeberrimo singolo, così come la psichedelica “Seven Languages” o le divagazioni ska di “Skinhead Stomp” o “Border Ska”, mentre “Eye Of Fatima (Parts 1 And 2)”, qui ri-registrata, mantiene la freschezza dell’originale uscita per la Virgin, così come la straordinaria ballad dylaniana di “All Her Favorite Fruit”, delicatamente speziata di suoni sixties. Un disco importante e un’antologia realizzata con completezza e visione di insieme e, al tempo stesso, un’occasione importante, imperdibile per avvicinarsi a una delle band più importanti degli anni 80.
09/09/2008