Chris Eckman

The Last Side Of The Mountain

2008 (Glitterhouse)
songwriter, alt-rock
7.5

Nella percezione generale, il nome dei Walkabouts viene spesso, se non sempre, associato al ruolo di ottima band, solida, capace, ma inevitabilmente minore. Ammesso e non concesso che sia davvero così, la loro colpa è stata quella di avere sempre mantenuto un basso profilo, poco appariscente, un certo pragmatismo che li ha sempre portati a preferire la sostanza ai luccichii degli effetti speciali. Sono stati colpevoli di aderire a un mondo sonoro intimo e discreto, fuori moda, verrebbe da pensare, troppo solidamente ancorato alla tradizione, di cui hanno inteso dare una versione loro personale, però mai né troppo classica né avanguardista, e quindi ferma in quel guado da cui, in qualche modo, non sono mai riusciti a uscire per imporsi nei confronti del grande pubblico, indie o mainstream che fosse. Colpa della sfortuna, forse. E non è un caso, come spesso avviene, che abbiano sempre avuto più fortuna in Europa che nella loro America.

Qui da noi la loro autenticità è stata avvertita in maniera più profonda, tanto che da un certo punto in poi, Chris Eckman, una delle colonne portanti della band, è venuto stabilmente a vivere nel cuore del Vecchio Continente, a Lubiana, per la precisione, un luogo diventato crocevia di tanti e diversi artisti, proprio grazie a lui (Steve Wynn, Willard Grant Conspiracy, Hugo Race, Terry Lee Hale).
Se così non fosse stato, probabilmente, ora non staremmo a parlare di “The Last Side Of The Mountain”, suo ultimo album solista. Come lo stesso Chris racconta nel booklet, questo disco nasce infatti dal suo incontro con la poesia del poeta sloveno Dane Zajc, scomparso sul finire del 2005.
Una sorta di rivelazione, una scoperta pregna di significati profondi e una grande influenza, tanto da portarlo a musicare alcune sue poesie, tratte dall’antologia “Scorpions” e opportunamente tradotte in inglese dallo stesso Zajc, e che ora possiamo sentire in questo cd (nell’ultima traccia, si può pure ascoltare la voce del poeta). Senza entrare nel merito circa il valore delle poesie di Zajc – non è la sede e ognuno può valutarle da sé – credetemi se vi dico che le canzoni scritte per loro da Eckman sono straordinariamente sentite e molto intense.

Non è infatti un azzardo sostenere che molti dei brani contenuti qui dentro se la potrebbero giocare alla pari con quelli dei più titolati autori, sia dal punto di vista della scrittura, che da quello degli arrangiamenti, del suono e della produzione. Ascoltate per credere la bellissima “Who Will Light Your Path?”, con i suoi archi sanguinanti e con Chris intento a duettare con Anita Lipnicka, e ditemi se ha qualcosa da invidiare a Leonard Cohen. Oppure lasciatevi andare all’epica rock e alle chitarre liriche di “Eyes”, un brano al cui livello gli U2 non arrivano da anni. O ancora, provate un po’ a resistere alla bluesata “Stranger” e alla sua armonica lacerante, tentate di non soccombere di fronte a ballate intensissime come “Ransom” o “With What Mouth” o all’organo caveiano che scorre in “The Same”.

Gli arrangiamenti sono sempre ricchi e stratificati, con gli strumenti del rock intenti a interagire con un’orchestra che mai risulta invadente o sopra le righe, ma che piuttosto rende ancora più magnetiche le trame folk-rock delle canzoni.
Uno dei dischi di cantautorato classic-rock più belli sentiti quest’anno; per il sottoscritto, probabilmente il più bello. Ora, attendiamo con ansia il nuovo capitolo dei Walkabouts, atteso per il 2009.

12/12/2008

Tracklist

  1. Bells Of A New Day
  2. Down, Down
  3. Eyes
  4. Ransom
  5. Who Will Light Your Path?
  6. Stranger
  7. Scorpions
  8. Hours
  9. The Same
  10. With What Mouth
  11. The Last Side Of The Mountain
  12. Fragment

Chris Eckman sul web