“Rest At Worlds End” è il terzo album del duo Humcrush, composto dal tastierista Stale Storlokken (anche con Supersilent, Elephant9 e Skywards) e dal batterista Thomas Stronen (anche con Foos, Maria Kannegaard Trio e Parish). La loro è libera improvvisazione elettroacustica (atonale-industriale) con batteria hardcore (drum’n’bass), con un mood che s’indirizza al revival vintage analogico di metà anni 90.
Così “Edingruv” è lounge minimale da due soldi, e “Audio Hydraulic” è una rimembranza sfocata dark-ambient (ma con intromissioni glitch). La bossa rarefatta di “Rest At Worlds End” riporta persino alla semi-new age di Wendy Carlos e alle bagattelle elettroniche di Perrey & Kingsley.
“Airport”, “Solar Sail” e “Creak” sono scampoli inconcludenti di un possibile poemetto elettronico. La più cinematica è “Steam”, con ritmo pulsante pesantemente spezzato che incrina l’atmosfera e lancia una sorta di industrial da videogame.
Modaiolo, poseur e compromissorio al punto da sembrare un semplice tributo, la sua risultante è in ogni caso una versione sguarnita del suono Supersilent, con qualche accenno agli sperimentatori avant-jazz degli ultimi anni. Ultima uscita Rune Grammofon di un deludente 2008.
19/01/2009