Nine Inch Nails

Ghosts I - IV

2008 (The Null Corporation)
ambient-industrial
7

Erano anni, sin dal dopo-"Downward Spiral", che Trent Reznor sognava di realizzare una raccolta esclusivamente strumentale, introspettiva e concisa. All'epoca però l'idea si tramutò in qualcosa di completamente opposto, ovvero nel colossale capolavoro "The Fragile", l'album in cui Trent ha messo (e cantato) tutto sé stesso. Oggi, dopo il lungo silenzio e due nuovi album lontani dal livello dei suoi passati capolavori, Reznor ha tentato nuovamente di realizzare quel sogno e, di nuovo, le cose si sono evolute ben oltre le previsioni.

Registrato nel giro di dieci settimane con gli abituali compari di studio Atticus Ross e Alan Moulder, e composto istintivamente con l'attiva partecipazione di preziosi collaboratori, vecchi (Adrian Belew) e nuovi (Alessandro Cortini, Brian Viglione dei Dresden Dolls), "Ghosts I-IV" è un'opera sorprendente e complessa; prima ancora di un'opera, però, "Ghosts" è un'operazione: di marketing innanzitutto.

Superando da par suo quanto fatto dai Radiohead lo scorso anno con "In Rainbows", Reznor offre ai suoi affamati fan un lavoro subito disponibile in formato esclusivamente digitale (e scaricabile dall'apposito sito al prezzo di 5 dollari), e al contempo lo impacchetta in due versioni cd, una "normale" e una "deluxe" limitata a 2500 copie alla modica cifra di 300 dollari, già data per esaurita. E c'è pure un quadruplo vinile. Il tutto al grido di "best package ever", per la gioia dei feticisti/collezionisti (e va detto che l'artwork a cura della Artist In Residence, già al lavoro con i Sigur Rós, è davvero splendido).

In secondo luogo, e fortunatamente, "Ghosts I-IV" (ulteriori capitoli sono già stati annunciati) è un'operazione di restyling artistico e creativo. Strisciando fuori dalle macerie radioattive immortalate nell'apocalittico concept dell'ultimo "Year Zero", Reznor contempla ammutolito quegli stessi panorami devastati e torna a chiudersi in sé stesso, rivestendo di attualità sensazioni, suoni e spigoli che sembravano essersi consumati per sempre nelle sue due Spirali, nel magma catartico di "Fragile", nella sconsolata appendice "Still". Non è un caso il ritorno di Adrian Belew, il cui apporto è davvero fondamentale. Inoltrarsi in "Ghosts" equivale ad abbandonarsi ciecamente ad un flusso interminabile di visioni mutanti e dinamiche, un flusso privo di una fine, un inizio, uno svolgimento.

Frammenti volatili e sfuggenti, grumi di ambient deragliato, elettronica acida e industriale, minimalismi pianistici: diverse componenti che si annullano a vicenda. Fantasmi, appunto, apparizioni effimere, particelle vive di un insieme che appare tanto più monumentale quanto più privo di dimensioni ben definite. Un lungo percorso, quasi due ore; 36 brevi, densi brani strumentali, ognuno dei quali è un universo in miniatura autonomo e indipendente; inutile però scomporre e analizzare quest'opera nelle sue singole parti, impossibile gustarla in altro modo che non sia nella sua totalità. I soli riferimenti possibili sono tutti interni alla mente (all'arte) del suo autore. Il progetto "Ghosts" nasce non come album, ma come contenitore potenzialmente infinito, e ad alimentarne questi primi quattro capitoli è una ispirazione mai così libera da vincoli e imposizioni. Certo, non c'è la voce, e trattandosi di Trent Reznor la cosa non è di poco conto. Ma il marchio Nin si sente forte e chiaro, sin dai primi soffi di sintetizzatore ad agitare calme e buie onde di piano, nei suoni paludosi e striscianti, nelle accelerazioni più deviate e psicotiche.

Operazione di auto-referenzialità spinta all'estremo livello, difficile (se non impossibile) da mettere a fuoco, catalogare, ingabbiare in qualsiasi modo, "Ghosts" necessita di tempi lunghi che sempre meno ascoltatori e vivisezionatori della musica sono disposti a concedere. Ciò che è sicuro è che dal primo all'ultimo, questi lampi di musica libera traboccano di impulsiva, ispirata vitalità. Ed è un gran sollievo trovarci al cospetto di un Reznor al passo coi tempi, anzi forse anche oltre, ancora capace di lanciare sfide per nulla facili e accomodanti e smarrirsi dentro le sue personali strade perdute.

16/03/2008

Tracklist

1 - 9. Ghosts I
10 - 18. Ghosts II
19 - 27. Ghosts III
28 - 36. Ghosts IV

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