Raglani

Of Sirens Born

2008 (Kranky)
avant-rock, kosmische musik

Una delicata opera surreale postmoderna, dove scenari morbidi, landscape e droni lasciano occasionalmente fluire chitarre fuzz liquefatte da distanti memorie, echi delle “porte del Cosmo che stanno lassù in Germania”.

Dopo una piccola nebulosa di opere variamente prodotte e distribuite, Joseph Raglani arriva alla Kranky con un album che profuma di capolavoro già al primo ascolto. Con relitti folk pescati dal melmoso letto di un fecondissimo fiume dove già anni addietro Florian Fricke riempì le reti di pesci Maya iridescenti per leggerne le arcane viscere secondo i sacri dettami del Popol Vuh.

“Rivers In” si apre come una promessa già mantenuta, introducendo il brano più importante dell’album, quel “The Promise Of Wood And Water” che segna una riscrittura di una probabile “Symphonie des Rêvenant” dove droni sintetici esplodono in ghirlande di polveri cosmiche, in curiosi arabeschi tesi da arpeggi obliqui di chitarre acustiche e impressioni etniche in didgeridoo mai suonati ma avvertiti. Chitarre al contrario a suggellare l’onirica visione oltre i quarti mondi, oltre gli universi subtropicali immaginati dai satelliti di Brian Eno e dalla tromba estatica e rosa di Jon Hassell in febbrile estasi malarica.

Qui si tratta di visionare mappe. Respirare resine e ambre antiche, che racchiudono tesori come “Perilious Straits”, ove un continuum ostinato di drone mutante schiva le risonanze ambientali come i Tangerine Dream seppero cogliere nella loro “Alpha Centauri”, in liturgica devozione verso l’oeuvre di György Ligeti, che di continuum fu autentico poeta siderale e che qualche volta ha addirittura saputo spaventare con suoni di estatica bellezza.
“Washed Ashore” inizia come un poema recitato da un oscillatore. LFO poetry che cresce espandendosi in metastasi elettroniche, polveri analogiche, noise ed echi stellari, furore cosmico che si spegne in elegiaco lamento, introducendo poeticamente la corale “Jubilee”, che con visioni di abbandono ed estasi scompagna l’ascoltatore verso la fine di uno degli album migliori finora ascoltati nel 2008.

29/09/2008

Tracklist

  1. Rivers In
  2. The Promise Of Wood And Water
  3. Perilous Straits
  4. Washed Ashore
  5. Jubilee

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