Il carroarmato hard-rock italiano riprende la marcia e si presenta dopo quattro anni con una raccolta interamente di inediti. L'opening track/ title track è una cavalcatona rockettata, scritta e studiata per essere cantata negli stadi: gli arrangiamenti sempre molto pacchiani, il "lalalalalala" finale e sei minuti di puro melodismo hard-rock in stile "cariatidi americane". "Gioca con me" è un po' Aerosmith rivisitati da una emo-punk-band. Il Vasco di oggi è questo, obbligato in un angolo a compiacere le migliaia e migliaia di fan che comprano i suoi dischi, che indossano le t-shirt con il suo faccione, che riempiono i sansiri.
Conscio di questo, Vasco Rossi ricama una dozzina di brani con tutto ciò che gli è richiesto: melodia, tanta melodia, rifforama chitarristico da capelli lunghi al vento e qualche pera in vena, cavalcatone chitarristiche con qualche arrangiamento orchestrale, ritornello catchy al primo ascolto. Insomma, Vasco Rossi fa il dovuto. È ormai un patto di sangue tra lui e il suo pubblico. Lui regala loro un album di inediti ogni 3/4 anni e una decina di concerti all'anno in estate. Loro ricambiano comprando qualsiasi cosa abbia il suo marchio. In Italia, svanito Renato Zero e il suo circolo di adepti sorcini, è l'unico che vanta questo seguito da politica "do ut des".
Non è un disco di musica, da molto Vasco Rossi non fa dischi di musica (primissimi anni Novanta). I suoi sono prodotti musicali, scrive canzoni per la pubblicità e per i fan. Che poi gli riesca anche discretamente è probabilmente dovuto a un innato talento melodico. E il talento non lo si perde per strada, quando lo si ha. Vasco Rossi ce l'ha, ma oggi prevale il commercio e il compiacimento.
16/06/2008