Scott Tuma

Not For Nobody

2008 (Digitalis)
psych-folk, americana

Scott Tuma è un personaggio solitario, un vero e proprio outsider.

Terminata l’avventura con quei country-rocker depressi dei Souled American, quel percorso nei territori misteriosi dell’”americana” proseguì con l’evocativa, onirica meditazione di “Hard Again”, uno dei gioielli nascosti degli ultimi anni. Una dilatazione dei confini della roots-music che diventò vera e propria trasfigurazione, impressionismo ambientale, vortice immaginifico. Poi, arrivò “The River 1 2 3 4”, e la terra, ancora lontana, mostrò già tutto il suo volto austero, la sua bellezza mistica.

Oggi, quella terra è a portata di mano. La religione dei luoghi è religione di cose passate che lasciano un segno nel presente. Niente, qui dentro, fa gridare al miracolo: tutto è riconoscibile, tutto apparirà finanche “normale” per quanti, da sempre, seguono l’uomo di Chicago. “Not For Nobody” è, infatti, l’anello più debole della trilogia, ma ha la forza di un piccolo racconto confidenziale, fatto di accenti labilissimi, incanti sospesi, assenze repentine. Un disco, insomma, che potrebbe meritarsi, di tanto in tanto, il suo spazio; magari, al tramonto, quando la luce smorza tutto il clamore della natura e sembra che il tempo precipiti lentamente verso un baratro dolce e materno.

E', quello di "Not For Nobody", un percorso circolare, con “Nobody (River Of Tin)” e “Reprieved” ad aprire e chiudere il sipario su di un piccolo mondo antico, dove tutto è così vicino-così lontano. In mezzo, il rumore del mare, il crepitare dei fuochi accesi, lo scoppiettìo delle stelle. O quel suo tipico minimalismo fatto di purezza visionaria e malinconico abbandono (“Fishen”), dove convivono, senza timori, ninnenanne celestiali e accordi diamantini (“Tiktaalik”), marce funebri per la dipartita del giorno (“Eloper”) e vagiti liturgici (“Cimbal”), suoni che sembrano dover annegare, da un momento all’altro, nel silenzio (“Jason”) e oscure peregrinazioni che innalzano nebbie liturgiche, tra luminescenze inspiegabili (“Newjoy”).

Man mano, l’opera s’addentra in una terra dimenticata, con la gioia assopita di “Heeler” a fare da battistrada per il ritorno, tra campi sterminati di grano, colline accarezzate dal tramonto e bambini a piedi nudi nell’erba. 

13/03/2008

Tracklist

1.Nobody (River Of Tin)
2.Fishen
3.Eloper
4.Tiktaalik
5.Newjoy
6.Cimbal
7.Jason
8.Loversrock1
9.Moccasoclea
10.Rakes
11.Heeler
12.Reprieved

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