Snoop Dogg

Ego Trippin'

2008 (Geffen)
hip-hop

Snoop (già “Doggy”) Dogg è una iena. Fiuta l’aria e poi segue la direzione giusta per un nuovo successo. Insieme a Dr. Dre è l’unico gangsta rapper uscito indenne dalle faide degli anni 90, sia dal punto di vista fisico che da quello delle vendite. Anzi, dopo quella fase d’oro, essere rimasto uno dei pochi gli è valso oggi un successo ancora maggiore. Grazie a una straordinaria capacità di cambiare pelle appena il mercato lo richiedeva, senza alcun riguardo per il suo passato, si è sempre messo accanto a chi conveniva in quel momento. Così, se scorriamo la lista dei featuring dei suoi ultimi dischi otteniamo una specie di elenco dei nomi più hot di ogni periodo: Pharrell, 50 Cents e Nelly nel 2004, The Game, Akon e Stevie Wonder (!) nel 2006.

Stavolta, invece, pochi ospiti: Snoop fa quasi tutto da solo, e i sintomi di una svolta importante si erano visti tutti nel fantastico singolo di lancio. “Sensual Seduction”, “Sexual Eruption” sull’album nella versione dirty, è stata uno shock, e forse la “cosa” migliore mai uscita dalla testa del nostro. Quasi abbandonato il rap, Snoop ci lascia davanti a montagne di kitsch fine 70-inizio 80. Le colate di synth (e se i synth non colano qui non coleranno mai), il vocoder, il tono confidenziale/marpione… Pure l’intermezzo rap, solitamente insopportabile vezzo del r’n’b da classifica, ci sta perfettamente.

Era quindi lecito aspettarsi un album che seguisse la medesima ispirazione, un oggetto alieno nel panorama stantio di quel (gangsta?) rap figlio degli anni 90 e di una progressiva svendita dell’anima ai dollaroni. Quello che oggi ha praticamente solo in Timbaland e Kanye West degli esponenti artisticamente validi.
Purtroppo, invece, pur non mancando di bei momenti, “Ego Trippin’” è più vicino al solito Snoop Dogg di quanto ci aspettassimo. Le capacità ci sono, ma si rischia poco o niente.
Quello che funziona davvero sono i rari momenti in cui Snoop si allontana dagli stilemi consolidati. Vola alto “Cool”, puro Prince dei primi album. Sulle tastiere à-la “1999” il funk si srotola verso un refrain che è princeiano pure nelle parole (quell’“honey baby can’t you see” la dice lunga). E si discosta da tutto il resto anche il bizzarro tentativo di country di “My Medicine”, dedicata a Johnny Cash (“a real American gangster”!). Il resto è buon hip-hop senza sorprese.

Se dal punto di vista musicale siamo tutto sommato abbastanza a posto, le parole invece lasciano spesso a desiderare. Francamente siamo stufi degli inni al suo “doggystyle”, o di sapere per l'ennesima volta quanto lui sia il miglior gangsta di tutti o come tutte le donne vorrebbero vedere cos’ha nei pantaloni. Peccato, perché il suo caratteristico flow nasale e scazzato potrebbe essere utilizzato molto meglio.
L’altro vero difetto di “Ego Trippin’” è che si arriva alla fine stanchi. L’intero album è disseminato di filler, e questo rende eccessivi i settantasette minuti e mezzo di durata.. Una mezz’oretta di tagli non avrebbe fatto male, se le scelte fossero state fatte con giudizio. “Waste Of Time” è esattamente quello che il titolo promette, e anche di “Life Of Da Party”, “Staxx In My Jeans” e “Ridin’ In My Chevy” (elenco non esaustivo) si sarebbe potuto fare tranquillamente a meno.

26/03/2008

Tracklist

  1. A Word Witchya! (Intro)
  2. Press Play
  3. SD Is Out
  4. Gangsta Like Me
  5. Neva Have 2 Worry
  6. Sexual Eruption
  7. Life Of Da Party
  8. Waste Of Time
  9. Cool
  10. Sets Up
  11. Deez Hollywood Nights
  12. Whateva U Do
  13. Staxxx In My Jeans
  14. Been Around Tha World
  15. Let It Out
  16. My Medicine
  17. Ridin’ In My Chevy
  18. Those Gurlz
  19. One Chance (Make It Good)
  20. Why Did You Leave
  21. Can’t Say Goodbye

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