Che simpatici birboni, questi Teenage Bottlerocket! Amano così tanto i Ramones che ormai non fanno altro che scopiazzarli da cima a fondo, ripetendosi fino alla nausea.
Non fosse per quell’aria di divertimento cazzuto e menefreghista che si respira anche in questo “Warning Device”, nemmeno ci ritroveremmo a scrivere di loro. Ma tant’è: prendere o lasciare, senza mezzi termini. Ci si risente ancora giovani dinanzi a queste esagitazioni punk-pop, con chitarre, basso e batteria sparate a mille (“Bottlerocket”, “In The Basement”, “Social Life”, “Welcome To The Nuthouse”, etc.), la voce esaltata perché andiamo a fare festa, 'fanculo il mondo, 'fanculo tutti!
Ah!, che deliziosa, strasentita rivincita dell’esasperazione rock’n’roll! Era, infatti, la rivincita contro qualcosa, contro qualcuno... no? Ma forse se ne sono perse per sempre le tracce o, molto più probabilmente, "passa quella birra e di più non dimandare"!
La gioia della banalità. La gioia dell'eterna gratitudine ai Ramones (loro, sì!, grandissimi!), ai loro jeans sdruciti, alle loro facce da schiaffi… Immancabile, poi, la solita, trascinante solfa delle ragazze che, magari non te la danno, ma te la fanno sentire lontano un miglio (“She’s Not The One”).
Dovremmo far finta di niente? Dopo tutto, molti dei ragazzi sfigati che vogliono andare a fare la rivoluzione con il vessillo del “no future” non ucciderebbero anche per uno solo di questi brani fotocopia?
31/12/2007