Volcano!

Il nuovo album dei Volcano! è un'incognita. Si svela col contagocce. Che novità! Non era lo stesso con "Beautiful Seizure", a distanza di mesi (anni?) finalmente rivelatosi per l'ottimo esordio che era?

In effetti, la formula è cambiata di poco. Un po' meno Radiohead nella voce e nelle armonie, tutto qui. Le chitarre raglianti, sgangheratamente prog sono le stesse, le stesse sono le iniezioni massicce di Pere Ubu e le convulsioni che ne seguono. Restano gli assalti tellurici di elettronica guasta e irregolare, le randellate alla batteria, gli scampanii e tutto il carrozzone pseudo-terroristico che serve a dissestare ulteriormente il tortuoso snodarsi delle canzoni.
Canzoni, sì, perché il gruppo non ha perso nemmeno la sua - peculiare - attitudine pop. Manca forse un po' della ritornellomania del primo album, ma a sentire i falsetti Timberlakeani di "Africa Just Wants To Have Fun" è difficile prendere i Volcano! per dei seriosi avant-rocker.

Proprio "Africa Just Wants To Have Fun" è la migliore porta d'accesso al disco. Le sue grattugiate di chitarra stile "Graceland" sembrano una risposta per le rime ai Vampire Weekend e alla recente afromania. I Volcano! si adeguano, ma a modo loro: frullando funky-soul, un pizzico di esotismo e vertiginose salite/discese melodiche, confezionano un inaudito numero pop. Assieme lucido, caotico, stralunato.
Più facile perdere la bussola con gli altri pezzi. Ascolto dopo ascolto, svettano comunque la volata notturna di "Tension Loop" e i suoi spasimi elettro-sferraglianti, la spigliata "Slow Jam" con tanto intermezzo orchestrale e poliritmo tre-contro-quattro finale, il nervoso, delicato, metamorfico crescendo di "Palimpsests".

Consigli per l'uso. Chiunque abbia apprezzato "Beautiful Seizure" deve quantomeno provarci con "Paperwork". I detrattori della prim'ora possono tranquillamente lasciar perdere. Eventuali nuovi arrivati sono pregati di munirsi di biglietto e ascoltare innanzitutto l'album precedente.

27/09/2008