Cam Deas

My Guitar Is Alive And It's Singing

2009 (Blackest Rainbow)
fingerpicking

Con la supervisione di Ben Nash, Cameron “Cam” Deas registra e pubblica “My Guitar is Alive and it's Singing”, quarto disco sulle orme dell’ormai rediviva stagione dell’american primitive guitar.

I nomi a cui fa riferimento, inutile dirlo, li conoscete e, se pur il musicista inglese ne subisce enormemente il fascino, è anche vero che resta, in un modo o nell’altro, pregnante una certa, discreta personalità. C’è ancora molto da smaltire in termini di “forma”, anche perché determinati contenuti necessitano di una maggiore libertà espressiva. Per cui, se da un punto di vista strettamente tecnico, Cam si rivela un chitarrista dal tocco raffinato, per quanto concerne il lato meramente “lirico”, il Nostro sembra ancora impantanato tra pozzanghere di sogno che non riesce ad agitare a dovere.

Si procede, così, tra paesaggi immaginari pieni di candore, evocando sensazioni di abbandono, di ambigua quiete crepuscolare, trascolorando, poi, in accese tribolazioni estatiche. Eppure, se strutturalmente “The Waters Of Kvaløya” mostra un lavoro certosino, non sempre riesce ad accendere il sacro fuoco.

Nella title track, cupi drones in controluce, rapidi scatti dissonanti e deflagranti collisioni di corde danno vita a una dissertazione che, nelle sue oscure, misteriche tonalità riesce a percorrere sentieri sicuramente più evocativi, anche se la palma di momento migliore del disco va certamente alla conclusiva “As Spring Fell From The Leaves”, con il suo diamantino, fiero pathos e le sue praterie soniche sconfinate che, felicemente, riescono a raccontarci del talento di un chitarrista che ha solo bisogno di credere un po’ di più nelle sue possibilità.

08/04/2009

Tracklist

1. The Waters Of Kvaløya
2. My Guitar Is Alive And It's Singing
3. As Spring Fell From The Leaves

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