Vic Chesnutt

Skitter On Take-Off

2009 (Vapor)
songwriter

Impossibile ridurre Vic Chesnutt allo stereotipo del songwriter: da qualunque lato lo si affronti, la sua figura sfugge continuamente alle semplificazioni di comodo. "Il mio errore è voler esplorare ogni cosa. Se fossi solo io e una chitarra acustica, potrei suonare ai festival folk e sarebbe molto più facile per la gente". Sempre in cerca di nuove sfide, sempre accanto a nuovi compagni d'avventura: dai Lambchop agli Elf Power, passando attraverso il fortunato sodalizio con gli alfieri di casa Constellation maturato in "North Star Deserter" e "At The Cut".
Ci voleva lo strambo genio di Jonathan Richman per convincerlo a tornare a registrare un disco spoglio ed essenziale come non accadeva dai tempi dell'esordio, "Little", datato 1990: solo la voce graffiante e spezzata di Chesnutt, la sua chitarra scheletrica e, sullo sfondo, qualche sparso contributo dello stesso Richman (alla chitarra e all'harmonium), oltre alla batteria di Tommy Larkins.

Non è un caso che sia stato proprio Richman a riuscire a vincere la cronica insicurezza di Chesnutt, spingendolo davanti a un microfono armato solo delle sue canzoni: "Conosco Jonathan da vent'anni", spiega Chesnutt, "per me è stato come un mentore: mi ha portato con sé in tour per un sacco di tempo e soprattutto mi ha sempre supportato... A volte non ho molta fiducia in me stesso". Quello che Richman aveva in mente era un disco dall'approccio live, capace di catturare lo stesso senso di nudità ed improvvisazione messo in mostra da Chesnutt sul palco. Così, l'ha convocato a San Francisco e l'ha portato negli studi Broken Radio; non ha voluto vagliare demo, non ha voluto offrire la propria impronta: si è fatto da parte, lasciando semplicemente che le canzoni del songwriter georgiano prendessero forma senza altre mediazioni.
Il risultato, "Skitter On Take-Off", è una raccolta di brani ruvida e scabra come il bozzetto tratteggiato in copertina dallo stesso Chesnutt. Un disco che, in spregio ad ogni logica commerciale, Richman ha insistito per far uscire per la Vapor Records di NeilYoung ad appena poche settimane dalla pubblicazione di "At The Cut". Rispetto a un album del genere, "Skitter On Take-Off" è inevitabilmente destinato ad apparire come un lavoro minore: ma è la testimonianza più eloquente dello straordinario momento creativo di Chesnutt, confermato anche dalla recente realizzazione della colonna sonora di "Mitte Ende August", nuovo film del regista tedesco Sebastian Schipper, che contiene una sorprendente cover nientemeno che di "Come Into My World" di Kylie Minogue...

A fare da perfetto trait d'union con l'esperienza di "At The Cut" è la dolcezza nostalgica di "Unpacking My Suitcase", scritta di getto da Chesnutt al ritorno da Montréal come personalissimo tributo a Guy Picciotto e soci, prendendo spunto dalle valigie ancora impregnate dei ricordi degli amici canadesi: "Penso che sia una delle mie canzoni più sentimentali", riconosce Chesnutt. "Nella mia carriera non ho mai affrontato una canzone così poco cinica: è decisamente un nuovo territorio per me, ma si è trattato di un momento molto vero e pieno di emozione".
Anche gli altri brani di "Skitter On Take-Off" sono nati nel giro di pochi giorni, sull'onda dell'ispirazione suscitata dalla registrazione del disco precedente. Ma se "At The Cut" era soprattutto una collezione di memorie intime, dalla struggente danza macabra di "Flirted With You All My Life" alle reminiscenze familiari di "Granny", il nuovo album appare scritto più dal punto di vista di un narratore esterno, intento ad osservare il mondo intorno a sé: basta ascoltare il livore politico della sarcastica "Dick Cheney" o le allucinazioni apocalittiche di "Feast In The Time Of Plague".

Tra gli arpeggi cupi di "Dimples" e le aperture di "Rips In The Fabric", le spazzole che accompagnano "Society Sue" le donano l'ironica e tagliente leggerezza dei momenti migliori del primo Chesnutt. "My New Life" sboccia come un'elegia di solitudine su un falsetto fragile e dolente, per poi trasformarsi in un'invettiva rabbiosa e piena di acredine, mentre "Worst Friend" passa in rassegna con il tipico umorismo di Chesnutt un'umanità ferita di sofferenza e desiderio, senza risparmiare neppure l'ammissione del proprio tradimento: "I'm the worst friend in the world", rantola impietoso il songwriter di Athens.
Certo, le canzoni di "Skitter On Take-Off" hanno il senso traballante del canovaccio, non la definitività dell'opera compiuta. Ma proprio per questo mostrano in maniera più scoperta il volto di Chesnutt, per una volta senza la necessità di appoggiarsi ad altri. E senza la preoccupazione di finire ad occupare un posto più o meno nobile in una discografia ormai ventennale. A modo suo, Jonathan Richman ha vinto la scommessa.

03/12/2009

Tracklist

1. Feast In The Time Of Plague
2. Unpacking My Suitcase
3. Dimples
4. Rips In The Fabric
5. Society Sue
6. My New Life
7. Dick Cheney
8. Worst Friend
9. Sewing Machine

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