Dalek

Gutter Tactics

2009 (Ipecac)
hip-hop

A questo punto, la domanda sorge spontanea: faranno mai, i Dälek, un disco “brutto”? Ascoltando e riascoltando questo quinto album della loro carriera, la risposta propende, ancora una volta, per il no.

Diviso tra le torbide eccitazioni post-industriali di “Absence” (che contende a “Negro Necro Nekros” la palma di loro miglior disco) e la cupa, paranoica atmosfera di “Abandoned Language” (ma con uno sbilanciamento più marcato verso il primo), “Gutter Tactics” è un’opera abrasiva, tagliente, politicamente scorretta. E lo chiarisce fin da subito, con “Blessed Are They Who Bash Your Children’s Heads Against A Rock”, puro old-skool beat che incede sornione, sottomesso dalle parole del reverendo Jeremiah Wright: "Abbiamo bombardato Hiroshima, abbiamo bombardato Nagasaki, ne abbiamo ammazzati molti di più delle migliaia di persone morte tra New York e il Pentagono, eppure non abbiamo mai battuto ciglio". Tanto per gradire.

La “maledizione” lanciata contro un’America “terrorista” è più di una presa di posizione: è un feroce atto di guerriglia “culturale”, soprattutto in un momento in cui sul “trono” più alto del mondo siede, per la prima volta, un uomo di colore…
“Non abbiamo mai battutto ciglio”: le parole scivolano via, risucchiate dal flow imperioso, dentro un tunnel di dissonanze pulviscolari. La forza delle parole on the run, la pulsione meccanica che è scansione/battito inesausto, le irradiazioni aeriformi che fanno respirare questa musica inebriante come un gas tossico… (“No Question”). E’ un incubo del dopo-apocalisse, psicosi fiammeggiante di turbini ascensionali che compromettono cuore e cervello (“Armed With Krylon”).

“Gutter Tactics” ci costringe a guardare senza esitazioni il volto di un mondo sempre più sull’orlo del precipizio. I diversi “segni” che tentano di mediarne la verità si trasformano in una congerie spaventosa e insostenibile. Per cui, questo suono, ricalcandone la pesantezza “espressiva”, avanza mastodontico e frastornante, come in “Who Medgar Evers Was…”, le cui  smerigliature acid-noise mettono davvero i brividi, quasi come se i Nostri avessero passato un bel po' di tempo a studiare le terrificanti fughe lisergiche di Chris Haskett su “Hot Animal Machine” di Henry Rollins...
Altro universo, certo. Ma Dälek ha anche detto che questo disco paga tributo a un tempo lontano, “quando i fan dei Gang Starr indossavano le t-shirt dei Bad Brains”… Così come, d'altra parte, è stato sottolineato il “debito” nei confronti di Lynch: la sfavillante ed enigmatica claustrofobia del cineasta americano permea, da cima a fondo, un disco perennemente in bilico tra rivelazione e ambiguità.

Ma è un suono che non collassa, che da questa “doppiezza” trae ispirazione. E se “'Gutter Tactics' continua a fare hip-hop, e all’attitudine dei Melvins e dei Black Sabbath verso cui guarda. (…) Afrika Bambaataa campionava i Kraftwerk, mentre noi guardiamo all’essenza dei Faust o dei My Bloody Valentine”. E, ancora: “Non faccio dischi per traumatizzare i valori… Questo è semplicemente un catalogo di tutto ciò che sono in questo determinato momento e di tutto ciò che vedo intorno a me; perciò, è un disco 'oscuro', pieno di rabbia e forse di paura… ma anche di speranza…”.
Per l’appunto: abrasivi (Melvins e Black Sabbath), sperimentali (Faust, ma io aggiungerei almeno i Techno Animal) e con quel mood ultraterreno, “sospeso” (My Bloody Valentine), come la luce della speranza che pur accompagna ogni dichiarazione d’intenti, ogni atto d’accusa.
Ma “We Lost Sight”, “A Collection Of Miserable Thoughts Laced With Wit” e lo stentoreo albeggiare di “Atypical Stereotype”, oltre a sofisticare il bisogno della speranza con le armi del rumore e del beat, sono soprattutto testimonianza di un’apertura “melodica” che di quella tensione desiderante diventa sonica allegoria.

I montanti hard e le fughe sinusoidali della title track, il clima rovente di “Los Macheteros/Spear Of A Nation” (con riferimento ai rivoluzionari armati di machete che lottano per l’indipendenza di Porto Rico dal colonialismo statunitense) e i bordoni in andirivieni circolare di “2012 (The Pillage)” non fanno altro che confermare la statura musicale di uno dei nomi più importanti degli ultimi anni. Di qualunque genere e ambito.

01/02/2009

Tracklist

1. Blessed Are They Who Bash Your Children’s Heads Against A Rock
2. No Question
3. Armed With Krylon
4. Who Medgar Evers Was…
5. Street Diction
6. A Collection Of Miserable Thoughts Laced With Wit
7. Los Moacheteros/Spear Of A Nation
8. We Lost Sight
9. Gutter Tactics
10. 2012 (The Pillage)
11. Atypical Stereotype

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