Dodos

Time To Die

2009 (Wichita)
folk-rock psichedelico

Un piccolo gioiellino, il precedente “Visiter”. Animo fanciullesco per un folk-rock psichedelico dal cuore pulsante con cui Meric Long e Logan Kroeber si presentarono in punta di piedi, strappando applausi convinti.
Con l’arrivo del vibrafonista Keaton Snyder, il nuovo lavoro, “Time To Die”, prosegue su quelle coordinate, pur suonando, come lo stesso Long tiene a sottolineare, come il disco di una vera band.

Vorremmo tanto parlare di maturità e consacrazione. Eppure, il suono si è fatto più rotondo, meno brioso anche se innegabilmente sa bene quali corde andare a toccare (produce Phil Ek dei Fleet Foxes…), a cominciare dalla densa solarità di “Small Deaths”.
La musica dei Dodos conserva sempre, in fondo, quel binomio di gentilezza e pacata rassegnazione che rende le piccole cose uno scrigno di segreti tutti da scoprire (“Acorn Factory”). Viene naturale scoprire, quindi, che i Nostri rendono al meglio quando la testa si perde tra melodie ariose (“Fables”, forse il momento migliore del disco), o quando, sulla scorta del disco precedente, lo strumming chitarristico e gli spasmi rocamboleschi della batteria, con la voce che dondola sospesa in un limbo di minimalistica indecisione, imbastiscono tessiture vibranti, sgargianti (“Longform”), fino alla frenesia molto Xtc di “This is a Business”, fino alla deliziosa fanfarina, metà Beatles metà Velvet Underground, di “The Strums”.

Quando invece, come nella title track o in “Troll Nacht”, una certa oscurità sembra prendere il sopravvento, le cose non vanno esattamente per il verso giusto, quasi che il meccanismo s’inceppasse, incapace di barcamenarsi tra opposte fazioni del cuore.

Piccoli incidenti di percorso che, comunque, non eclissano il talento di una realtà da seguire sempre con la dovuta attenzione.

09/09/2009

Tracklist

1. Small Deaths
2. Longform
3. Fables
4. The Strums
5. This Is A Business
6. Two Medicines
7. Troll Nacht
8. Acorn Factory
9. Time To Die

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