Passata la sbornia live di “Remember”, i fratelli Eleanor e Matther “Fiery Furnaces” Friedberger ritornano all’album di studio, sempre mantenendo costante la loro proverbiale frequenza di uscite discografiche al valore di “una all’anno, come minimo”.
Nonostante il lasso di tempo di quasi due anni dal precedente “Widow City” (un’eternità, per i loro standard fotonici), “I’m Going Away” è alquanto deludente, come se il duo avesse rotto gli indugi e si fosse orientato a progetto esclusivo della sola Eleanor.
Se il suo impianto è ben esplicitato dal titolo rinunciatario, brani come il rock’n’roll di “Take Me Around Again” e “The End Is Near” (la loro prima vera ballata), che insieme rappresentano il perimetro emozionale dell’opera, non hanno nulla della dirompente fantasia della band.
La title track e “Staring At The Steeple” sono robusti e giocosi, ma sicuramente nulla di svettante nell’era di Vampire Weekend, Deerhunter e del pop digitale. “Charmaine Champagne”, “Cups And Punches”, “Ray Bouvier” e la maggior parte delle idee e degli arrangiamenti suonano come autoimitazioni dei loro classici.
Se la volontà era quella di creare un listato di mestizie (vedi tracklist e testi), allora c’è un errore di fondo: eccellono quando commentano a latere, non quando s’impuntano da primedonne. Diversamente, rimane un balocco sfattone quasi irritante. “I’m Going Away”, il brano, è in realtà un traditional gospel (Walter Hawkins). Parti di basso e missaggio a cura di Jason Loewenstein dei Sebadoh.
29/06/2009