Gossip

Music For Men

2009 (Columbia)
post-punk funk

Dopo il successo planetario nel 2006 di "Standing In The Way Of Control", il chiacchierato terzetto di Portland capitanato dalla carismatica Beth Ditto torna ad affacciarsi nei negozi con il quarto album di inediti pubblicato in poco meno di dieci anni di carriera. Registrato a Malibu e prodotto dal fido Rick Rubin, che occasionalmente suona anche i sintetizzatori in qualche brano sparso, "Music For Men" si configura sin da subito come l'album che dovrebbe in teoria mostrare una volta per tutte e in maniera inequivocabile l'effettivo valore e consistenza di una band fagocitata forse un po' troppo dal devastante magnetismo mediatico della propria leader indiscussa, in equilibrio precario tra portavoce generazionale e biforcuta opinionista civile senza troppi peli sulla lingua.

Il nuovo album segna a ben vedere e sentire una nettissima sterzata in territori di sfrenato disco-funk sgambettante e ipercinetico, con iniezioni massicce di synth crepitanti e una generale patina di rilucente estetismo glamour che tende a mettere in secondo piano la piacevole riottosità hardcore-garagista che aveva contraddistinto le prime incarnazioni della band. Una precisa scelta di campo e di stile che, se da un lato tende a "normalizzare" la proposta del gruppo piegandola alle ragioni di un'estetica sonora sin troppo abusata, dall'altro permette alla stessa band di attraversare le proprie possibilità di scrittura proiettandosi in territori stilistici relativamente inesplorati nei lavori precedenti. I risultati sono invero piuttosto altalenanti, ma l'insieme regge discretamente e risulta in generale godibile, per quanto decisamente non travolgente, questo va detto.

Il collante di tutte le composizioni è costituito chiaramente dalla voce calda e squillante della Ditto, che ricama i suoi gorgheggi vibranti sopra il fuoco incrociato di chitarre punk-funk che staffilano le loro raffiche acidule di note contro le geometrie rotonde di synth dalla perfetta matrice eighties, con bassi gommosi e casse in quattro quarti a contornare poi il tutto. E se in pezzi come "Four Letter Word", "Love Long Distance" o "Pop Goes The World" sembra di ascoltare addirittura una rivisitazione astuta di Orchestral Manoeuvres In The Dark e New Order, altrove tende a emergere un forte continuità ideale con la convulsa ginnastica post-punk a colpi di sincopi ritmiche e deflagrazioni elettriche improvvise di Gang Of Four, Slits, Raincoats ed ESG (si ascolti il felicissimo singolo "Heavy Cross", che raccoglie più che degnamente il testimone di "Standing In The Way Of Control", ma anche "8th Wonder", "Vertical Rhythm", "Men In Love", la bella "For Keeps" o "2012", tutti episodi più che godibili, per quanto non certo personalissimi, soprattutto dopo anni di bombardamento cerebrale intensivo di new wave revival).

In conclusione, il gruppo mostra di sapersi giocare bene le sue carte di party-band arrabbiata e passionale, inanellando una collezione di trascinanti motivetti perfetti per i desideri di svago di un oggi sfocato, che al momento non sembra chiedere altro (domani chissà...). Tra tutti i gruppi di ultima e penultima generazione che pescano a piene mani da un immaginario esplicitamente post-punk, i Gossip non saranno di certo i più brillanti e imprevedibilmente versatili, ma nemmeno, a ben vedere, i più sgradevoli e noiosi. Anche questo aspetto ha il suo valore e la sua importanza. Promossi.

22/07/2009

Tracklist

  1. Dimestore Diamond
  2. Heavy Cross
  3. 8th Wonder
  4. Love Long Distance
  5. Pop Goes The World
  6. Vertical Rhythm
  7. Men In Love
  8. For Keeps
  9. 2012
  10. Love And Let Love
  11. Four Letter Word
  12. Spare Me From The World

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