Kasabian

The West Rider Pauper Lunatic Asylum

2009 (Columbia)
psichedelia, brit rock

Bisogna ammetterlo, i Kasabian non sono certo il tipo di band che ha paura di seguire le proprie (invero smisurate) ambizioni estetiche sino alle soglie del narcisismo più estremo. Non si sono mai rifugiati nello stanzino rassicurante e senza finestre di un sin troppo rinunciatario minimalismo di forme e di idee, per paura di risultare ipertrofici o troppo smaccatamente megalomani, e hanno al contrario alzato sempre più, disco dopo disco, la posta in gioco, perché questo era in fondo il senso ultimo della partita che si stava giocando. Basta rigirarsi tra le mani la copertina roboante del loro terzo parto discografico per capire con chi esattamente abbiamo a che fare. E cioè con un gruppo di esaltati, storti e pazzi come poteva esserlo l'ego spropositato di Marc Bolan nel 1973, o il barocchismo debosciato a base di decadentismo corrotto e visionario di Hendrix o Led Zeppelin di qualche anno prima, il tutto condito da un acuto senso della farsa in costume che a tratti fa venire in mente certi svolazzi civettuoli alla Queen.

Prodotto da un nome di prima grandezza come Dan The Automator (vecchia volpe giapponese delle contrade hip-hop, già al lavoro anche con i Gorillaz) e con appiccicato sulla fronte un titolo verbosamente vittoriano che rievoca un istituto psichiatrico di Leeds chiuso qualche anno fa, "The West Rider..." dovrebbe essere nelle intenzioni del compositore Sergio Pizzorno un lavoro intrinsecamente pinkfloydiano, anzi barrettiano. Nella sostanza questo appare vero solo in parte, i Kasabian si confermano infatti una solida band a cavallo tra brit rock d'antan e più o meno laboriosi bricolage elettronici, un carrarmato di ruvido rock psichedelico di matrice oasisiana ubriacato dalle coltri allucinogene dei Primal Scream che inizia a ballare, con tutta la forza del suo peso, su un tappeto di beat sfrigolanti alla Chemical Brothers.

Il disco che salta fuori da presupposti di tal fatta convince in alcuni bellissimi episodi, ma risulta nel complesso stritolato dalla sua stessa mitomania. La produzione è maniacale e ai limiti della più chirurgica pignoleria, con costruzioni spesso ardite che tendono a far sembrare le canzoni molto più grandi e architettonicamente soverchianti di quanto poi effettivamente siano, attraverso un abilissimo gioco sonoro di illusioni prospettiche. Una sorta di compiaciuto videogioco 3d, infarcito di effetti speciali ai limiti dell'iperrealismo più assurduo, in bilico tra la sbracata tamarraggine e lo slancio superomistico di un'utopia postmoderna semiseria. E se in "Secret Alphabets" il gruppo si diverte a rielaborare gli Stone Roses appoggiandosi a un blando sinfonismo vagamente orientaleggiante, in "Fast Fuse", "Vlad The Impaler" o "Underdog" la musica si indirizza invece verso un'aggressione ritmica di notevolissima potenza, ribadita ancor più marcatamente dal singolo "Fire", da inserire senz'altro tra i risultati più compiuti raggiunti finora dalla band, anche grazie a quel refrain da vecchio telefilm anni Settanta in cui si avvolge il gustoso ritornello.

Non male anche "Take Aim", "Thick As Thieves" e "Where Did All The Love Go?" ma l'impressione che la tavola apparecchiata sia troppo lunga e carica di arzigogolate pietanze, che nessuno arriverà mai a mangiare, è davvero forte. La band dimostra senz'altro di sapere confezionare canzoni dal piglio a tratti devastante e si conferma una più che degna erede e continuatrice di quell'onorevolissima tradizione di dancerock psichedelico che agli altrettanto onorevoli Stone Roses fa capo, ma "The West Ryder..." rimane a conti fatti un disco più immaginario che reale, un progetto potenzialmente grandioso che fatica però a lasciarsi catturare in tutta la sua complessità nelle canzoni che effettivamente lo sostanziano.

28/06/2009

Tracklist

  1. Underdog
  2. Where Did All The Love Go?
  3. Swarfiga
  4. Fast Fuse
  5. Take Aim
  6. Thick As Thieves
  7. West Rider/Silver Bullet
  8. Vlad the Impaler
  9. Ladies And Gentlemen (Roll The Dice)
  10. Secret Alphabets
  11. Fire
  12. Happiness

 

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