Seguito di “Action From The Basement”, una raccolta di esagitato post-emo ballabile, spesso basato sui synth che sostituiscono quasi in toto la chitarra, “The Sound Of The Vanishing Era” attesta anzitutto la crescita dei Lush Rimbaud, un quartetto con base a Ancona formato da Tommaso Pela (chitarra, synth), David Cavalloro (chitarra, synth), Marco Giaccani (basso, theremin), tutti e tre anche alle voci, e Michele Alessandrini (batteria).
Il nu-rave dell’esordio acquista in “The Sound Of The Vanishing Era” un uso più vario: sincopi, synth sbriciolati, chitarre acide, oltre - per assurdo - a un sound più poderoso, quasi progressivo, ben oltre gli inflazionati anthem di “Action From The Basement” (“Sounds From A Vanishing Era”).
Se “2009 Crusade” e lo squilibrato “God Trip” si rimangiano tutto, al punto da sembrare scarti riciclati, altre attestazioni di crescita sono “Space Ship”, una decostruzione wave in stile “Sheets Of Easter” degli Oneida, e “Sounds From A New Era”, con percussioni aggiuntive e feedback oscillante. Anche “Changing Gear”, più tradizionale, dimostra pur sempre di aver assimilato la lezione dei Battles.
E’ un album - prodotto da sei indie-label: FromScratch, Brigadisco, Bloody Sound, Hot Viruz, Narvalo Suoni, Sweet Teddy - di palese transizione, non timoroso di farsi aiutare dalla produzione (l’impeccabile Fabio Magistrali). Disegno di copertina di Rocco Lombardi, anche amministratore dell’utile blog “L’albero sfregiato”.
04/02/2010