Geoff Barrow è sicuramente uno dei migliori talent scout inglesi, un piccolo Re Mida dell'underground di Bristol e dintorni, oltre a essere la mente dei Portishead. Difatti, gli sono bastati pochissimi minuti per comprendere appieno le potenzialità espresse dai due Malakai, Gee & Scott. Inoltre, sembra che il buon Geoff abbia sposato il progetto "Ugly Side Of Love" quasi all’istante, contribuendo senza troppi ripensamenti alla produzione strumentale dell'opera.
Trattasi essenzialmente di un collage psych-pop, hip-hop, proto-dub, funky e chi ne ha più ne metta. Psichedelico nella formulazione stretta del beat e delle sue escursioni rock, il duo Malakai, che in ebraico dovrebbe significare “angelo”, ha le idee ben chiare: stratificare con rock & pop appeal à-la Kinks partiture propriamente funky o reggae, solari e dense di vitalità black. Insomma, ce n’è per tutti i gusti. “Ugly Side Of Love” è uno di quei dischi che riuscirebbe a mettere d’accordo in una cena di famiglia il tipetto indi(e) e lo zio di turno eternamente freakkettone. Basti pensare che nel disco convivono "Blackbird” e “Fading World”. La prima farebbe invidia anche a Beck Hansen, con quella sua andatura aliena e quel groove mitraglietta in stop and go a cui è impossibile resistere. La seconda è una pop ballad vagamente sognante, "scratchata" in pura reminescenza sixties.
L’impatto è devastante. L’introduttiva “Warriors” è ispirata al film ultra-culto di Walter Hills, “I Guerrieri della notte”. Ed è subito idolatria smodata verso quel beat giamaicano che avanza pachidermico e supremo, verso Gee che cita ripetutamente l’inno di un’intera generazione di bande newyorkesi, “we are the warriors”, mentre Scott ondeggia come un forsennato alla programmazione. Insomma, abbiamo a che fare con qualcosa che pulsa e che stende senza troppi fronzoli. Il trotto di “Shitkicker” è hip-hop smanioso e sbarazzino immerso in intermezzi funky deturpati e deturpanti. “Snow Flake” è da hit parade, “Moonsurfin” apre i cassetti e mostra i costumi, “Only For You” è catarsi dub, il rock di “How Long” ha i capelli bianchi e dorati, mentre “Simple Song” sbatte le porte ipnotizzando la ciurma.
"Ugly Side Of Love" potrebbe diventare il prossimo oggetto del desiderio della new generation di indie nerd metropolitani in laptop-mania perenne (e non solo), proprio come capitò qualche tempo fa all'incandescente "Oracular Spectacular" dei due Mgmt.
Il lato più assurdo della faccenda è che questi due svitati genialoidi amano recensire a loro volta tutte le recensioni di "Ugly Side Of Love". Chissà cosa scriveranno dopo aver letto questa…
08/04/2009