I suoi dischi precedenti erano dei desolati scorci di elettronica dark e isolazionista (per dare una direzione: veniva spesso citata la Ghost Box). Ecco perché ascoltare questo nuovo album, costituito da canzoni, mette a disagio i seguaci di Baron Mordant, artista londinese molto conosciuto nella scena elettronica underground.
"SyMptoMs" si mantiene a metà strada tra il synth-pop dei primi 80 e le pulsazioni techno, in un'atmosfera plumbea e cyber-punk. Molti gli spunti positivi, come ad esempio la title track (mi ha fatto subito pensare agli Underworld) e la rarefatta "You Are a Door", con una debole chitarra che riverbera nel cyberspazio; ma anche la suburbana "Seeing Death Thru Eric Gates", o ancora il blues à-la Suicide di "Belgian Blues". Eppure l'impressione è che, questa volta, Baron abbia messo troppa voglia di strafare, partorendo un disco con ottime intuizioni ma con un pessimo disegno complessivo, che lo fa apparire incompleto e troppo dispersivo.
08/01/2010