Correva l'anno 2006 quando uscì "For". Quell'opera, decisamente sottovalutata, segnò tuttavia un importantissimo punto di svolta nella discografia di Carsten Nicolai. Per la prima volta, infatti, si lasciava da parte il glitch e ci si dedicava a sfondi ambientali e melodie pacifiche.
A quattro anni di distanza esce il seguito, "For 2". Distribuite dall'eccellente etichetta di Taylor Dupree, le dodici tracce nelle quali l'album si articola mostrano un lato di Alva Noto assolutamente non in linea con la sua produzione attuale e passata.
Non ci sono epici droni dal fluire magmatico, né gelide impalcature di glitch. "For 2" vive rinchiuso in un freddo e limpido isolazionismo, spezzato da tonalità monocromatiche sulle quali si innestano timidissime sezioni ritmiche. L'immersione che Carsten Nicolai qui teorizza si lega a un procedere silenzioso e quasi impercettibile.
Gli sfondi vellutati volgono lo sguardo ora verso distese nevose (l'iniziale "Garment (For A Garment)"), ora verso specchi che rifrangono la loro immagini secondo angolature diverse ("Sonolumi (For Camera Lucida)"). E fra flebili sospiri ("Stalker (For Andrei Tarkovsky)") e glitch mai invadenti ("T3 (For Dieter Rams)"), si consumano attimi di pura solitudine. L'aria si fa rarefatta fino alla bellissima conclusione: nei sette minuti di "Argonaut-Version" la materia sonora si fa tiepida, avvolgendo l'ascoltatore con dolci tocchi felpati in ascesa.
29/03/2010