Big Scary

Four Seasons

2010 (Self Released)
folk-pop, pop-rock

Prolificità, estro, tecnica: si sono alzati o abbassati gli standard richiesti a una giovane band per emergere? Domande oziose che si scontrano e sembrano rimanere indietro rispetto al tambureggiare crescente che arriva dagli antipodi terrestri, da Melbourne, per l'esattezza. Sotto l'effetto di pubblicazioni incalzanti (un Ep per ogni stagione), pezzi che spaziano tra generi con varietà piuttosto spiazzante, un corredo di strumenti che lascerebbe intendere ben più partecipanti (e invece sono sempre gli stessi due, Tom Jansek e Jo Syke, a suonarli tutti), l'indie-mondo australiano si è risvegliato con un movimento collettivo di attonito stupore.
In questo "Four Seasons" i due raccolgono quindi i frutti di questo anno eccezionale - per loro - pubblicando la raccolta dei propri quattro Ep, intitolando quest'ultima con l'understatement così adatto (ma lo è davvero?) all'estetica indipendente.

Eppure, si potrà storcere il naso finché si vuole, ma i due Big Scary hanno dalla loro una buona collezione di pezzi, dotata di un'intrinseca coerenza - appunto - "stagionale", che non sarà complessa da rispettare in termini d'atmosfera, ma forse diventa meno banale quando si tratta di fare di più che soppesare gli accordi tra maggiore e minore o alternare le tematiche secondo le varie fasi del clima.
A essere particolarmente sorprendente è la crescita dei due nel corso di quest'anno. La title track parziale di "Spring" (e, poi, "Gem In The Granite") li vede infatti ancora racchiusi nel bozzolo di un folk-pop da cameretta, junesco e andersoniano, che ricorda un po' i primi Noah & The Whale - salvo poi scoprirsi in un crescendo da "First Days Of Spring" nel trasporto, ben espresso nella costruzione della canzone, di "Hamilton", con un bel riff mulinante.
Dopo l'inaspettato interludio stevensiano di "Summer", suite temporalesca, eccoci piombare nei torridi mesi estivi: è il garage-blues di "Tuesday Is Rent Day", con tanto di riffone à-la White Stripes su tappeto ritmico pulsante, vocalizzi indemoniati e power chord come se fossero i conterranei Wolfmother (e una piccola sorpresa tra le pieghe del tutto). Questa è l'estate (è la stessa della seguente "All That You've Got"), non ci voleva chissà che per immaginarla e, allo stesso tempo, il bagaglio espressivo e tecnico di una coppia così giovane sembra già più completo di tanti altri. Dell'estate, infatti, rimane in genere una vaga nostalgia, quella di aver perso qualcosa senza saper bene cosa: con grande semplicità, nell'ultima notte passata in spiaggia, ce la raccontano nella piccola ode-carillon di "Summer's Last Gasp".

Per l'autunno i Big Scary hanno in saccoccia l'inno corale di "Autumn", dalle parti, in effetti, di un certo pop anthemico in stile I'm From Barcelona, quello popolato di suggestioni da festa pagana e mitologie nordiche di glockenspiel, immerse nel grande spazio naturale del sottofondo pianistico. Dalla parte dei due gioca però una maturità ben diversa, espressa nel seguente duetto, dal testo vagamente manniano, di "Microwave Pizza", dalla costruzione salda e dalle morbide sensazioni di una solitudine di un pomeriggio d'ottobre. A un incrocio tra M.Ward e Jeff Buckley assomiglia invece lo stile di Jansek nelle ballate acustiche, come "Home": tutto sommato "Four Seasons", pur in una miscela di stili e generi, si tiene insieme ed è forse questo uno dei più importanti meriti della coppia, riuscire a far apparire banale qualcosa di assolutamente non scontato.
Immancabile, per l'inverno alle porte, il cupo incalzare pianistico della title track, che si tramuta presto in un dramma afasico. Un mood temporalesco che viene riproposto poi in "Thinking About You", in un'accoppiata che, sotto certi punti di vista, mette a nudo i peggiori difetti del duo australiano, ossia, in particolare nella composizione, una buona dose di prevedibilità, nonchè una certa inconsistenza - solo in parte mitigata dal finale spettrale di "The Deep Freeze".

Insomma il risultato finale è più complesso da giudicare di quello che si potrebbe pensare: la sensazione finale è che i Big Scary abbiano messo in mostra tante potenzialità espressive, compattandole attraverso il tema stagionale, ma senza affondare il colpo. Per tornare alla domanda iniziale, per emergere al duo australiano manca ancora un po' d'ispirazione.

23/12/2010

Tracklist

1. Spring
2. Hamilton
3. Gem In The Granite
4. Summer
5. Tuesday Is Rent Day
6. All That You've Got
7. Summer's Last Gasp
8. Autumn
9. Microwave Pizza
10. Home
11. Winter
12. Thinking About You
13. The Deep Freeze

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