Destroyer

Archer On The Beach Ep

2010 (Merge)
ambient

"There is a certain kind of person to whom things come with great facility.
They say this is the noise that gets made as my life is lived. So be it. But don't feel the need to record it."
da "Grief Point"


Dura è la vita dell'artista, costretto a comunicare anche il fatto che, in realtà, egli stesso non vuole comunicare. Molti penseranno che, con le sue ultime due uscite, i due assaggi di quanto verrà nel prossimo futuro (nel già annunciato "Kaputt", che uscirà all'inizio del prossimo anno), Dan Bejar si sia dedicato alla sistematica "distruzione" di se stesso, dei propri umori musicali, di quel cantautorato un po' dandy, da loft riccamente arredato di libri e sciccherie della downtown di Vancouver. Fatto, come un buon vino da degustazione, di sfumature strumentali e testi dal deciso gusto letterario.
Eppure, alla fine, viene fuori che Destroyer è sempre lo stesso. Forse una visione così dicotomica farà inorridire, ma la sensazione è i due Ep pubblicati in questi due anni -  questo "Archer On The Beach" e lo scorso "Bay Of Pigs" - rappresentino due facce contrapposte di una stessa evoluzione musicale e, ancora di più, autorale.

Nel caso precedente avevamo assistito a grandiosi affreschi letterari, nei quali Bejar riusciva in modo incredibile a trascendere se stesso e il concetto di cantautorato. "Bay Of Pigs" è una traccia dalla potenza visiva netta, scolpita. Dall'inizio metafisico, in cui Destroyer pareva parlare dall'interno del monolite kubrickiano, avvolto dal rumore di fondo di profondità interiori, Bejar ricostruiva a poco a poco il suo eloquio affascinante, e tutto sembrava farsi più netto, nel progressivo accavallarsi elettronico che restituiva il pezzo al ritmo del mondo. Una passeggiata pensierosa sulla baia di un fiordo canadese, il bavero alzato e la folta capigliatura al vento, libere associazioni che sbocciano in una primavera sinaptica.
Si ricostruiva, insomma, l'etichetta Destroyer, quel richiamo intellettuale understated, incurante del mondo e, allo stesso tempo, a esso aperto, che da sempre lo caratterizza.

In "Archer Of The Beach" il tema è invece la spoliazione, una solitudine ossessiva, rinchiusa tra le mura di un isolamento auto-imposto, claustrofobico. Non è una semplice inversione di atmosfera, del tutto legittima: suona come un'involuzione capricciosa, laddove "Bay Of Pigs" sembrava invece un mirabile potenziamento delle proprie capacità espressive (dimostrato anche nella riproposizione di "Ravers", da "Trouble In Dreams").
Le collaborazioni con maestri contemporanei dell'ambient come Tim Hecker (nella title track) e Loscil (nella b-side "Grief Point"; ricordiamo che Scott Morgan aka Loscil è anche il suo batterista e questo pezzo è già apparso, in versione rimaneggiata, in "Endless Falls" dello stesso Morgan) producono effetti inibitori, piuttosto che il contrario.

La prima traccia vede un semplice tema pianistico muoversi in un mondo sommerso da tempeste non solo meteorologiche, ma anche sociali. Questa pare essere un'interpretazione dei tuoni, degli scrosci di pioggia in sottofondo, accompagnati dai fischi e dai ritmici battiti di mani di una folla di manifestanti. Ma il periodare ermetico di Bejar ("Careful now, watch your step/In you go!/The Ash King's made of ashes/The Ice Queen's made of snow.../And Archer's where you left him/With his arrows stuck inside a peach.../Awake on your crutches in the moonlight:/Archer on the Beach!") non splende più, pare il farfugliare incomprensibile di un profeta dell'Apocalisse, incompreso dai più, in cerca di adepti agli angoli delle strade.

Viene poi "Grief Point" a confermare e acuire la sensazione. Uno spoken word che vede Destroyer declamare con voce spenta dal proprio zibaldone,  del quale sentiamo le pagine consunte. I rumori angoscianti di un'ambulanza, di un cane che abbaia, del citofono si intervallano alle faccende di Dan: a completare il quadro del suo racconto notturno di esorcizzazione della propria depressione (un estratto: "I have lost interest in music. It is horrible.") si aggiunge naturalmente il rumore di un whisky versato in un bicchiere pieno di ghiaccio. Notte da lupi! Che Loscil non manca di sottolineare con una solenne processione funebre, là dietro le quinte...
Eppure non ci convinci, Dan: siamo sicuri che guarderai a questa tua uscita, tra qualche anno, e ne riderai segretamente.

18/11/2010

Tracklist

1. Archer On The Beach
2. Grief Point