Jazz-rock, di quello carico e fuzzato. Un mix senza fronzoli di Hammond, e-piano, basso pompatissimo e batteria lo-fi - tocco cantinaro indispensabile per rendere appetibile al pubblico indie quel che è essenzialmente un disco prog, e dei più anacronistici. Bei groovacci muscolari, bei momenti psych/dark un po' Hawkwind e un po' Amon Düül; i momenti migliori, però, stanno dove il flusso impro imbocca le traiettorie oblique dei Soft Machine di "Third" e le disperde in rarefazioni magmatiche e cupe, a un passo dai Supersilent.
Secondo album dei norvegesi Elephant9, "Walk The Nile" è un ascolto raramente entusiasmante, ma senz'altro coinvolgente. E piacevolmente retrò.
03/05/2010