Grenouille

In Italia non si puņ fare la rivoluzione

2010 (Via Audio Records)
alt-rock

Ma chi ha detto che in Italia oggi non esiste una scena alt-rock? Ovunque non si fa che lagnarsi di quanto fosse bella e figa la nidiata della prima metà degli anni 90, quando uno stuolo di nuove eccellenti band diffuse il proprio verbo in lungo e in largo per la penisola. Furono anni densi di buona musica, salirono alla ribalta gruppi fondamentali, fra i quali è d'obbligo nominare almeno Afterhours, Marlene Kuntz, Csi, Almamegretta e Subsonica, formazioni che negli anni hanno raggiunto un grosso livello di notorietà. Ma a quel diluvio universale non ci fu un seguito all'altezza della situazione. Esaurito l'effetto Tora! Tora!, utile a far conoscere ulteriori validi musicisti, il fuoco iniziò a spegnersi, tenuto vivo esclusivamente dalla dirompente affermazione dei Verdena (con la produzione dell'onnipresente Manuel Agnelli nel secondo album "Solo un grande sasso").
Ma la situazione musicale in Italia è davvero così disastrata?

In effetti critica e pubblico si piangono un po' troppo addosso: restando nostalgicamente attaccati ai ricordi, vedono sfuggirsi di mano una serie di situazioni di assoluto interesse. Negli ultimi mesi ho avuto l'occasione di conoscere da vicino Bud Spencer Blues Explosion e Amor Fou: ottimi musicisti e gran belle canzoni. Baustelle, Dente, Teatro degli Orrori, Le Luci della centrale elettrica (faccio giusto i primi nomi che mi vengono in mente) si stanno affermando come stelle di prima grandezza.
L'unico appunto che mi sento di portare è che mentre negli anni 90 la scena era composta da artisti aventi l'intento di collaborare per una causa comune (perché dal miglioramento collettivo tutti hanno da guadagnarci), oggi c'è la sensazione che ognuno sia intento a curare il proprio giardinetto privato senza interessarsi della crescita complessiva del movimento.
Comunque non direi che in Italia non ci sia oggi una scena fiorente e vibrante, il problema è che in troppi non ci stanno facendo caso.

"In Italia non si può fare la rivoluzione", il nuovo Ep dei Grenouille pubblicato emblematicamente il 25 aprile per la Via Audio Records, ci parla proprio di questo: delle difficoltà di cantare fuori dal coro in un paese apaticamente immobile, nel quale è sempre più difficile trovare adeguati spazi per farsi conoscere e apprezzare.
Dopo i buoni riscontri di critica ottenuti con l'album d'esordio "Saltando dentro al fuoco", il quartetto milanese ha deciso di incidere queste quattro nuove canzoni con l'obiettivo di ricercare un suono diverso e un'identità più matura rispetto alle dieci tracce edite nel 2008.
Il risultato è decisamente meno punk-grunge rispetto a "Saltando dentro al fuoco", ma non per questo meno di impatto.

L'immagine scelta per la copertina ritrae il disegno del bacio fra Breznev e Honecker, ripreso da un murales sul muro di Berlino. Non c'è nulla di ambiguo in tutto questo: era un modo tradizionalmente usato nei paesi dell'est europeo per salutarsi. La scelta ha comunque il sapore di una provocazione nei confronti di una società omofoba come quella italiana.
Visto oggi, inoltre, pare riassumere in maniera sorprendente certe derive politico-sessuali della nostra gerontocratica classe politica, impegnata a curare esclusivamente i propri interessi, con il sesso sempre più utilizzato come merce di scambio.
E proprio di sesso si parla nell'avvolgente "Il porno è la democrazia", la seconda traccia dell'Ep, quella che maggiormente pare schiudere nuovi orizzonti stilistici alla band, con la voce sussurrata e i quattro musicisti chiaramente alla ricerca di nuove soluzioni per esprimere le proprie sensazioni musicali.
Accanto al leader Marco Bugatti, ci sono sempre Giuseppe Magnelli alla chitarra, Davide Borin al basso e Andrea Caristo alla batteria.

La terza traccia, "Diluiscimi nel sangue", è quella che più si riallaccia al sound dell'esordio, nel quale le coordinate ci riportavano ai suoni grunge di matrice Alice In Chains/Nirvana e a certa urgenza alt-rock di casa nostra, ben rappresentata negli ultimi anni dai bergamaschi Verdena.
Chiude l'Ep una cover degli amici Il Pan del Diavolo, "I fiori", che parte acustica e si trasforma lentamente in sfavillante ballad elettrica.

Dopo essersi soffermati sul sociale, Marco Bugatti ci ha raccontato che nel prossimo lavoro della band gli piacerebbe parlare d'amore, chiaramente in stile Grenouille, con amori tormentati, infuocati e psicotici. Staremo a vedere, per ora questo nuovo Ep è un gran bel riempitivo per una delle migliori formazioni rock italiane del nuovo millennio. Teneteli d'occhio.

30/04/2010

Tracklist

  1. In Italia non si può fare la rivoluzione
  2. Il porno è la democrazia
  3. Diluiscimi nel sangue
  4. I fiori

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