Darren Hayman & The Secondary Modern

Essex Arms

2010 (Acuarela / Fortuna Pop!)
folk, alt-pop, songwriter

Non è facile avvicinarsi all'ennesimo album di un artista che, come Darren Hayman, è riuscito a penetrare, sottilmente e in maniera discreta, in profondità sotto la pelle di tanti appassionati con la sola forza delle proprie composizioni: si rischia spesso di dare un peso troppo grande al passato, alle emozioni che il musicista ha trasmesso nel corso della sua carriera e si finisce con l'esaltare album mediocri solo per il rispetto o l'affetto che si portano alla band di turno, o con lo stroncare album interessanti e ben riusciti che hanno l'unico torto di suonare lontani dagli standard della band.

L'altalenante carriera solista (o quasi) di Darren Hayman, poi, rende tale rischio ancora più concreto. Verso la fine dell'esaltante parentesi degli Hefner, infatti, il nostro si è prima infatuato delle tastiere dando vita a un paio di progetti a dir poco discutibili, per poi lanciarsi in una carriera solista (in compagnia dei Secondary Modern) nella quale i suoni della band madre venivano ripescati e ingentiliti, grazie soprattutto a una strumentazione folk varia e fastosa.
Ciononostante, l'altalena tra lavori di pregio assoluto e dischi non a fuoco e non troppo riusciti è continuata. Il precedente lavoro di Hayman, ad esempio, "Pram Town", ambizioso tentativo di raccontare in musica le new town inglesi degli anni Sessanta, era caratterizzato da una diffusa mancanza di ispirazione e dalla conseguente povertà di passaggi classicamente pop, marchio di fabbrica delle migliori prove artistiche del nostro.

Continuando a esplorare l'Inghilterra meno conosciuta e da cartolina, questa volta Darren si è ritrovato a scrivere un album sull'Essex ("The idea was to portray a countryside that, I think, is rarely portrayed. A lawless, unpretty place although I was endeavouring to show a sympathetic view of people very rarely sympathized with.") e, finalmente, ha fatto centro come forse mai prima d'ora da quando la premiata ditta Hefner non è più.
In un colpo solo, infatti, "Essex Arms" ritrova la perduta vena folk pop, i ritornelli, la melodia (si veda la riuscitissima "Calling Out Your Name Again", cantata con Emmy The Great) e gli arrangiamenti curatissimi e minuziosi del primo lavoro con i Secondary Modern (finora il suo lavoro "solista" più riuscito).
Rispetto ai lavori precedenti, comunque, benché i vari banjo, mandolino, archi e fiati siano presenti, questa volta sono utilizzati per caratterizzare l'atmosfera di sottofondo, mentre il tradizionale trio chitarra acustica-basso-batteria fa, invece, la parte del leone.

Non c'è, così, una evidentissima continuità sonora con i lavori precedenti: laddove "Darren Hayman And The Secondary Modern" era ancora carico di tastiere e sintetizzatori (seppur meno evidenti che nei lavori con "The French") e "Pram Town" faticava a sollevarsi da arrangiamenti carichi, ma non sempre riusciti, con "Essex Arms" Hayman torna a un'essenzialità che non si registrava dai tempi di "The Fidelity Wars".
Tale scelta sonora risulta efficacissima e, anche se il mood dell'album, sin dall'iniziale "Be Lonely", non si distacca mai da una pacatezza e tranquillità solo raramente movimentate da sonorità più incisive ("Nothing You Can Do About It"), Darren Hayman sembra, con questo lavoro, essere arrivato alla fine di un percorso che, tra gli alti e i bassi di cui si diceva, l'ha portato ad abbracciare un songwriting più classicamente folk, ai cui canoni queste nuove canzoni aderiscono in maniera evidente ("Winter Makes You Want Me More", "Spiderman Beats Ironman).

A fare da contraltare a questa scelta "classica", ma non calligrafica, in ogni caso, ci sono i testi, ironici e sentimentali come sempre, che parlano di quella terra di nessuno dove la periferia cittadina e la campagna si mescolano, dove, dietro ai giardinetti ben rasati e alla casetta linda, si nasconde una piccola discarica, dove biciclette rubate giacciono ad arrugginirsi ai lati delle strade e i cervi rimangono abbagliati dalle luci delle automobili: una versione della campagna, insomma, molto meno edulcorata e bucolica di quella che si trova in tanti lavori folk (anche contemporanei).
Ciò che convince di più in "Essex Arms" è, alla fine, proprio il ritrovato tocco melodico dell'autore che, accompagnato dalla solita raffinatissima espressività vocale e dall'inconfondibile timbro indiscutibilmente british, fa di questo lavoro la vetta della produzione solista di un "grande artista minore".

16/12/2010

Tracklist

  1. Be Lonely
  2. Calling Out Your Name Again
  3. Two Tree Island
  4. Winter Makes You Want Me More
  5. Super Kings
  6. Cocoa Butter
  7. Dagenham Ford
  8. I'll Be Your Alibi
  9. Spiderman Beats Ironman
  10. Drive Too Fast
  11. Plastic And Steel
  12. Nothing You Can Do About It

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