Karl Culley

Bundle Of Nerves

2010 (Triumphant Sound)
folk-rock

Una voce duttile e corposa, una tecnica chitarristica che rinnova lo splendore del folk inglese, un' intrigante insieme di storie rabbiose, tristi, spesso ciniche e anche lussuriose: "Bundle Of Nerves" è tutto questo  e anche di più,
Karl Culley sfonda il muro del folk revival inseguendo le tentazioni visionarie di John Martyn celebrandone il lato mistico ed esoterico. Il fascio di nervi evocato dal titolo si insinua anche nelle pagine più delicate, valga per esempio l'intensa "Man In The Shadows", costruita su poche note che vibrano all'unisono con le vivide corde vocali del giovane musicista, una voce che rende ipnotico lo straniante melange sonoro di ritmi e suoni acustici di "I'm Not Proud Of Myself", che introduce toni noir e funesti.
 
Karl Culley incastra una teatralità drammatica con appunti frutto di riflessione e disincanto, che si adagiano su fluttuanti cori baritonali, mentre un fingerpicking sfigurato e malinconico prende il sopravvento sul furore giovanile che si muove nei sotterranei sonori.
Non c’è pausa emotiva in "Bundle Of Nerves"; Karl Culley sferza la sua band per le indiavolate tessiture chitarristico-ritmiche dell'ambigua e maliziosa "In Her Nature", incrociando folk e cabaret con la stessa disinvoltura che anima l'introduttiva "Elephant Juice", costruita su un crescendo sonoro esotico e su un'unica frase ripetuta all'infinito ("ti amo ma non venir mai da me con il succo d'elefante"!).

Un tono mesto può trasformarsi in un caleidoscopio sonoro essenziale e coinvolgente ed ecco " Thick As Thieves", una filastrocca dal sapore folk che non lascia spazio alla noia e spalanca  le porte all'episodio più limpido e pop dell'album  ovvero quella "Bundle Of Nerves" che suona come un matrimonio felice tra Richard Thompson e Tom Petty con sottili richiami tribali e un eccellente performance vocale.
La costante progressione ritmica che caratterizza l'album vibra con la stessa intensità sia nelle tracce più nervose ("Being With You"," The Haunting Of Karl Culley"), che in quelle più folk-oriented ("Suffering"); solo per un attimo la tensione si allenta nella dolcissima ballad "Sap", che non rinuncia al minimalismo strumentale che accompagna tutte le soluzioni d'arrangiamento dell'album.

Karl Culley con questo prezioso esordio restaura e rinnova il potere spirituale del folk, accorda le tensioni moderne dell'indefinito esistenzialismo corrompendo con ritmi tribali e altre diavolerie armoniche l'incantato e immobile mondo del folk revival. Non sono più le leggiadre visioni new-age e lenostalgiche cantilene bucoliche a reggere il racconto, ma grige storie di autoerotismo, morte e follia, che accompagnano il disumano progredire dei nostri tempi. Non lasciatevi suggestionare dalle morbide progressioni della chitarra nella conclusiva "Sand And Snow": qui alberga la stessa solitudine di altri eroici cantori dell'animo umano, come Tim Buckley e Nick Drake, Karl Culley è pronto ad affrontare i fantasmi del nuovo millennio; e non è detto che vinca il migliore.                                         

16/09/2010

Tracklist

  1. Elephant Juice
  2. I'm Not Proud Of Myself
  3. In Her Nature
  4. Thick As Thieves
  5. Bundle Of Nerves
  6. The Haunting Of Karl Culley
  7. Sap
  8. Man In The Shadows
  9. Being With You
  10. Suffering
  11. Sand And Snow                                          

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