Marc Cohn

Listening Booth: 1970

2010 (Saguaro Road)
songwriter

Figura in bilico permanente tra l'incanto poetico dei songwriter e l'animo ribelle del country-rocker, quella di Marc Cohn, il quale dopo un paio di album sostanziosi, baciati dal successo, ha superato alcune avversità personali e artistiche rinunciando ai riflettori dello star system e coltivando il versante più intimo della sua musica.
Artista maturo e consapevole, il cantautore dell'Ohio affronta il difficile scoglio del cover-album, rileggendo attraverso dodici brani l'anno 1970, senza cadere nel tranello dell'enfasi nostalgica.
Un album privo della saccenza che spesso induce i musicisti a seguire la strada del remake fotocopia o della rilettura stravolgente, perdendo di vista lo spirito originario delle canzoni.
Il produttore John Leventhal e Marc Cohn si sono preoccupati maggiormente di assemblare un sound corposo e personale; non è importante se le versioni siano superiori agli originali, Marc non realizza un progetto da interprete alla Rod Stewart, non sono le qualità vocali o la originalità dell'esecuzione il punto di arrivo del progetto.

"Listening Booth: 1970" è un sincero e appassionato insieme di canzoni che raccontano un anno, il 1970, caratterizzato da belle canzoni più che da album notevoli nel loro insieme: i Beatles erano oramai scomparsi, la musica si stava allontanando dal formato concept, la canzone ritornava a essere fulcro della creazione musicale mentre l'ombra lunga della disco e del music business incombeva annunciando la rivoluzione punk.
Il 1970 per Marc Cohn è la musica dei Bread, rievocati con una splendida versione di "Make It With You" con il contributo vocale di India Arie, ma anche quella dei Grateful Dead formato canzone di "Workingsman's Dead" e della b-side del singolo dell'epoca, ovvero una deliziosa "New Speedway Boogie" con tanto di assolo di chitarra in Jerry Garcia-style, frutto della perizia tecnica del produttore John Leventhal.

Può stupire la versione shuffle di "Wild World" di Cat Stevens, ma Marc Cohn, consapevole della delizia armonica della voce del greco, aggiunge un pizzico di ritmo che evita la versione parodia in favore di uno stuzzicante aperitivo delle emozioni contenute nell'album; coinvolgente d'altro canto la rilettura di "Maybe I'm Amazed" di Paul McCartney trasformata in un corposo country-soul degno di Sam Cooke, Marc Cohn fa propria la forza lirica del brano che sembra più appartenere al suo repertorio originale che non a quello del baronetto inglese.
Anche la sconosciuta "Look At Me" di John Lennon si conforma alla linea stilistica dell'album, mentre "The Letter" (Box Tops) e "After Midnight" (J.J. Cale) non fanno fatica ad adattarsi alle corde vocali ricche di grinta dell'artista, conservando l'anima blues e soul originarie. Molto bella la sofisticata versione di "The Only Living Boy In New York" (Simon & Garfunkel), distesa su poche note; stessa intensità per il remake di "Long As I Can See The Light" (Creedence Clearwater Revival), mentre "The Tears Of A Clown" (Smokey Robinson), "No Matter What" (Badfinger) e "Into The Mystic" (Van Morrison) non vanno oltre l'esercizio calligrafico, smorzando parte dell'entusiasmo che sostiene comunque gran parte del progetto.

Album gradevole, dignitoso, che pur non aggiungendo nulla alla carriera del bravo musicista americano, dimostra che un po' di sano mestiere unito alla passione autentica possono trasformare quaranta minuti di ordinaria musica in un piacevole break sonoro.

15/12/2010

Tracklist

  1. Wild World
  2. Look At Me
  3. Maybe I'm Amazed 
  4. Make It With You (with India.Arie
  5. The Letter 
  6. The Only Living Boy In New York 
  7. After Midnight
  8. The Tears Of A Clown (with Kristina Train)
  9. No Matter What (with Aimee Mann)
  10. New Speedway Boogie (with Jim Lauderdale
  11. Into The Mystic
  12. Long As I Can See The Light

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