Torna Giancarlo Onorato (o più semplicemente Onorato), già ledear dei celebrati Underground Life in epoca new wave (nonché apprezzato scrittore) e lo fa con un quarto album registrato in cinque studi diversi tra Piemonte, Veneto e Lombardia, con l’ausilio di oltre venticinque musicisti. Planando a mezz’aria tra il tenue onirismo di David Sylvian e le raffinate cosmogonie interiori di Scott Walker o di Antony, Onorato sincronizza il movimento della propria lievissima musica al respiro profondo del nascere e morire incessante di infiniti universi. La spinta mistica (tutta presa in una vertiginosa meditazione sonora sul concetto di natalità) oltre a ispirare la sostanza dei testi (modellati quasi secondo le cadenze di una teologia lirica per frammenti) apre le canzoni a una spazialità dilatata e vaporosa, atmosferica e bianca, in bilico tra certi Mercury Rev e suggestioni dream-pop (si ascoltino "Sasha" o "Else Lied"), accesa da intuizioni cinematografiche mai banali. Su tutto domina la mano delicata e sapiente di uno degli interpreti più liberi e sensibili della nostra scena rock nazionale.
25/10/2010