Soho What

Già chitarrista dei Larsen Lombriki, i cui due album campeggiano nel catalogo di Snowdonia, Rudi Van Mad avvia il progetto solista a nome Soho What con un disco, “The First Impression Last”, che catalizza e manda in gloria la proposta della band madre.

Il suo è un noise-rock dissociato che mette i primi Bad Seeds sulla rampa di lancio disco-music, con una dimensione cacofonica pressoché onnipresente e una dimensione elettronica altera, che freme in sottofondo (“Mud Dance”, “Woman With The Big Fat Pig In Her”, e soprattutto “New Deal”).
Il jungle-rock “cubista” di “Kitty Mama Dada Bow-Wow” piazza un drum’n’bass a fianco di rantoli beefheart-iani. “There Is Nothing” è una sorta di jam à la Rolling Stones abbassata di pitch, remixata, e indi fatta degenerare; al contrario, “Stop Everything” è frenesia industrial a velocità elevata e senza emozioni, un Trent Reznor accidioso. Il vertice di caos psichico arriva però verso la fine, in “Afraid Of Love”.
Gli stessi limiti dei Larsen sono evidenti in pezzi come “She Said “St. Jihad!””, centrata sul canto (la parte complessivamente meno utile), “5 Is More Than 4” (un accumulo continuo di suspence terrorista che delude nel culmine orgasmico).

Fosse stato un Ep sarebbe stato un gioiello assoluto del rock italiano. È un’opera che si arricchisce di un effetto subliminale tutto originale: la concrezione caotica che sovrasta i pezzi, che devasta il processo uditivo. In questo il cappellaio matto Van Mad è aiutato da uno stuolo di musicisti oscuri: Matt More, Mons More, Francis Pee-Lee, David Pee-Lee, Dj Smegma, Ben Presto, Valentine, Doctor Pitch, Mr Miti & Mr Scocco. Le sculture originali dell’artwork sono di Niba.

11/10/2010