Stian Westerhus

Pitch Black Star Spangled

2010 (Rune Grammofon)
free-improvisation, post-rock

Attivo in diversi progetti (tra cui Puma, Jaga Jazzist e Bladed), il norvegese Stian Westerhus rilascia il suo secondo lavoro per la Rune Grammofon, sempre interessato ad una spigolosa ed esoterica improvvisazione per chitarra.

Mostrando un interesse vivo sia per il versante più radicale del free-jazz che per i soundscape elettronici di matrice mitteleuropea, “Pitch Black Star Spangled” è un disco fatto di ombre e di fosche premonizioni, di stridori e di lamine aguzze. “Don’t Tell Me This Is Home” è, dunque, titolo programmatico per alzare il sipario, perché di caldo e accogliente è rimasto ben poco. Nel buio, gli armonici si spezzano, lo sfondo freme, sciogliendosi in una poltiglia di rumorismi subliminali, mentre silhouette jazzy trasmigrano in alterità inquietanti e buchi neri cosmici risucchiano se stessi (“Thy Gospel”).

Vuoti e pieni si contendono il predominio dello spazio e, se Stian non possiede ancora del tutto la grammatica del chiaroscuro, qualche volta lasciandosi anche prendere un po' la mano (si veda, per esempio, il cortocircuito digital-noise di “Music for Leaving), l’opera è, comunque, decisamente proiettata in avanti, tra l’abulia indianeggiante di “Empty Hands Mirrored Softley” e le astrazioni orrorifiche di “The Antagonist” (quasi un Derek Bailey al ralenti colto da improvvisi scoppi di ira) e “Trailer Thrash Ballad”.

Il chitarrismo delle macerie di Bailey torna a mostrare la via nella lunga (scarsi 12 minuti) title track, artefice di una poetica della nevrosi in cui anche le atonalità e i feedback lancinanti contribuiscono alla deriva del suono.
Avanti così!

22/10/2010

Tracklist

1. Don't Tell Me This Is Home     
2. Thy Gospel         
3. Sing With Me Somehow          
4. The Antagonist         
5. Pitch Black Star Spangled         
6. Trailer Trash Ballad         
7. Music For Leaving         
8. Empty Hands Mirrored Softly         
9. Heart Of Lead

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