Vanderlei

L'inesatto

2010 (Cinico Disincanto)
alt-rock

Chitarre che pompano e introspezione all'ennesima potenza. Il primo lavoro da studio sulla lunga distanza dei Vanderlei si potrebbe riassumere così. Le nove tracce che compongono "L'inesatto" sono un piccolo viaggio nelle pieghe più recondite dell'animo umano, raccontato con enfasi e parole lente e ossessive, che rendono perfettamente l'idea di un tormento nebbioso e profondo. Scrittura criptica, quella di Cristian Volpi, in cui spesso e volentieri non è facile raccapezzarsi. Insomma, il quadro generale si percepisce bene, la forza narrativa risulta discutibile. Anche perché i ragazzi non sono esattamente alle prime armi. Già sul finire degli anni Novanta, quando si chiamavano ancora Kybbutz e muovevano i primi passi nella scena underground bolognese, avevano cominciato a far parlare di sé con qualche demo ben recensito e molte date dal vivo. Poi, nel 2005, il cambio di nome e un nuovo slancio che li avrebbe portati prima a far uscire il loro Ep d'esordio "1234" (2007), e poi, giusto un anno fa, a incrociare la propria strada con quella di Paolo Benvegnù. E qui siamo a un passaggio chiave della loro carriera, perché è proprio Benvegnù ad aver prodotto "L'inesatto", griffe che per forza di cose non può che suscitare l'interesse degli addetti ai lavori.

 

Una volta messo su il cd, non ci vuole molto per capire un paio di cose. La prima è che l'ex leader degli Scisma ha fatto un buon lavoro. La seconda è che ciononostante non ci troviamo di fronte a un disco memorabile. "L'inesatto" pare un album onesto, meditato, ben confezionato. Ma di valori aggiunti non c'è traccia. Spieghiamoci meglio.

I testi, innanzitutto. Che non sono scemi, ed è già qualcosa. Niente ammiccamenti pop, niente storielline trite e ritrite. Solo che questo continuo scavare dentro di sé, a tratti anche visionario, fatica a trovare trame davvero eloquenti. C'è un malessere che si avverte sottotraccia un po' dappertutto, in quel che scrive Volpi (autore di tutte le liriche tranne quelle di "Gioco", del chitarrista Stefano Franchi), ma troppo spesso il senso rimane sospeso, quasi volatile. Ci trovassimo di fronte a una band di ventenni staremmo a parlare di maturità da acquisire e di cifre stilistiche da mettere ancora bene a fuoco. Ma questo non è il caso dei Vanderlei, che viaggiano ben oltre la trentina. Il che non significa che manchi loro il tempo per crescere, e in particolar modo che manchi a Volpi come autore, per carità. Significa solo che in teoria il gruppo dovrebbe essere già a buon punto, nel suo percorso artistico, tutto qua, che non c'è troppo spazio per gli "staremo a vedere".

 

Quanto alla musica, il discorso si fa differente. Perché il suono è buono davvero. La mano di Benvegnù si sente dall'inizio alla fine, anche se sarebbe sbagliato non riconoscere l'identità più marcatamente metallica della band. Chitarre su chitarre, atmosfere che a tratti si fanno soffuse, in perenne bilico tra post-rock ed eruzioni perentorie, i Vanderlei sono compatti, picchiano quando devono picchiare e quando è il caso si lasciano più andare. Roba già sentita (e sentita parecchio soprattutto intorno alla metà degli anni Novanta), forse, ma tutto sommato ben fatta.

 

Detto ciò, tutti coloro che sono rimasti affezionati a una certa idea di rock alternativo italiano, quella che per intendersi una quindicina di anni fa si è forgiata con band come Afterhours e Marlene Kuntz, questo disco probabilmente lo ascolteranno volentieri. C'è qualche bel pezzo, poi. Tipo la fragorosa track d'apertura "Cedere", o soprattutto "Santissimo dubbio", per cui Benvegnù sembra quasi essersi divertito a far specchiare per un po' i Vanderlei nel suo amico Marco Parente. E poi, in ultima istanza, quella che è solo poco più che un'impressione. A giudicare dal pedigree e dal muro sonoro che riescono a tirare fuori, dal vivo questi devono saperci fare. Se i Vanderlei uno di questi giorni suonassero dalle vostre parti, insomma, un orecchio vi consiglieremmo di buttarcelo.

 

20/10/2010

Tracklist

  1. Cedere
  2. L'inesatto
  3. Il dunque
  4. Pittori
  5. (Gioco)
  6. Santissimo dubbio
  7. Il fascino dell'attimo
  8. Lobi
  9. Graffi

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