Violens

Amoral

2010 (Static Recital)
alt-pop, retromania

2010. I Violens sono un trio newyorchese, da poco salito agli onori delle cronache telematiche grazie a un album ,"Amoral", capace di innescare un piccolo ma tenace culto virale che cresce e cresce nei mesi successivi. La band non è di primissimo pelo: nasce dalle ceneri dei Lansing-Dreiden, sorta di collettivo multimediale di intellettuali wave-dadaisti, con svariati album ed Ep all'attivo tra il 2004 e il 2008.
Ma la nuova produzione segna una svolta decisiva verso un wave-pop dalla sorprendente raffinatezza stilistica. Il gruppo cita e rielabora con agilissima scioltezza mimetica frammenti dell'epopea synth-pop britannica (soprattutto New Order e OMD, ma anche Associates) stritolandoli con guaine sonore di marca shoegaze (vengono in mente gruppi come Adorable o Levitation, o gli Spacemen 3). Il risultato è un suono abrasivo e abbastanza compresso, che mitiga però le proprie dissonanze in un pathos d'ascendenza vagamente new romantic.

Pezzi come "Acid Reign" o "Full Collision" testimoniano un melodismo synth-wave psichedelico dai contorni distorti e fiammeggianti, al tempo stesso però notturno e come accarezzato da quell'eleganza metropolitana che è caratteristica tipica, in fondo, di tanti gruppi di Brooklyn. Se da un lato lo stile può ricordare in alcuni suoi tratti i non troppo distanti concittadini Secret Machines, Bravery, Yeasayer o Mgmt (con i quali i Violens hanno peraltro condiviso il palco in più occasioni), dall'altro questo mix potente tende assai spesso ad arricciarsi in proteiformi mini-suite prog-glam-pop, che fanno immaginare la band quasi come una genuina continuatrice degli incensati Mansun dei primi due imperdibili album. Ad avvicinarli è soprattutto l'ambizioso spirito decostruzionista dell'operazione. I Violens marcano infatti la propria contemporaneità (traendosi fuori dalle pastoie del revival didascalico) articolando una precisa volontà di suonare tutta la storia del pop in un attimo solo di pura simultaneità sinestetica, senza gerarchie o settarismi di genere.

A distanza di due anni, con il secondo album "True" nelle orecchie, possiamo dire: la stoffa si mostrava tutta già allora, ma il salto avanti è innegabile. In ogni caso, un esordio da recuperare, foss'anche solo per la neworderissima "Acid Reign".

N.b. La recensione è un riadattamento odierno di un articolo redatto nel 2010 e allora non pubblicato.

04/06/2012

Tracklist

  1. The Dawn Of Your Happiness Is Rising
  2. Full Collision
  3. Acid Reign
  4. Are You Still In The Illusion?
  5. It Couldn't Be Perceived
  6. Until It's Unlit
  7. Violent Sensation Descends
  8. Could You Stand To Know?
  9. Trance-Like Tum
  10. Amoral
  11. Another Strike Restrained
  12. Generational Loss

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