Volcano The Bear

Volrudolf

2010 (Volfurten Records)
avant-rock, sperimentale

Limitato a cento copie viniliche, "Volrudolf" è una release minore del catalogo dei Volcano The Bear, qui alle prese con strane ipotesi di ritualismo krauto e storpio, con escursioni relativamente deliranti verso una non meglio identificata "terra di nessuno", lì dove il confine tra musica e cazzeggio "controllato" è piuttosto labile ("Strings", a tal proposito, è davvero magistrale).

I ragazzi si meritano tutto il nostro rispetto, ma è bene mettere subito le cose in chiaro: questo lavoro è una delle loro cose peggiori. Lo si intuisce quasi subito: un minuto scarso e "Jesus" (mood annoiato, ronzio metallico in andirivieni e tromba desolata in controluce) si guadagna subito la nostra antipatia. In fondo, però, tutto è funzionale all'entrata in scena del tenore senza voce che s'immola, tra angoscia fasulla e grottesco di seconda mano, nel lied ubriaco di "Parlour", puntellato da ghirigori sintetici altezza Allen Ravenstine.

Il carattere estemporaneo di "Volrudolf" è chiarissimo, insomma. Un po' di musica mediorientale e qualche percussione ed ecco che "September Rudolf" si materializza, in un crescendo quasi Faust-iano. I Faust, certo. Li ritroviamo, misti a rigurgiti lisergici, nel numero falsamente spaziale di "Wolf". E fin qui, tutto sommato, si poteva anche chiudere un occhio. Naturalmente, però, nove minuti in più di musica sono sempre nove minuti in più. Che cosa faccio, allora: escludo l'espressionismo naïve (ovvero, "sì, siamo sperimentatori!") di "Metal"? E... posso fare a meno del minimalismo scazzato di "Strings"? Certo che no!
Insomma, un disco mediocre.

05/05/2010

Tracklist

  1. Jesus
  2. Parlour
  3. September Rudolf
  4. Wolf
  5. Metal
  6. Strings

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