Aaimon

Amen

2011 (Klangverhältnisse, Tundra)
witch house

Non bastavano i misteriosi crop circle con i loro enigmatici disegni. Così, da qualche anno con la nascita di una nuova scena musicale elettronica, cominciano a vedersi con più frequenza svariati simboli; usati talvolta per scegliere il nome della band (/// ▲▲▲ \\\, //TENSE//, $LØW HE▲D) talaltra come titoli per le canzoni ("○+☆≋□", "U††A"). D'altronde, questa è la witch house: in altre parole musica bizzarra per gente psichicamente instabile; si prende o si lascia, simboli compresi. Non trovando tra i codici base ascii il relativo simbolo, non nascondo la difficoltà avuta nello scrivere il nome di questo duo americano formato da una ragazza e un ragazzo di San Diego: vale a dire gli "ΔAIMON". Di loro purtroppo tuttora non conosciamo né identità né percorsi musicali.

"Amen" è il loro Ep di debutto; una sorta di autoproduzione in digipack, solo trentacinque copie pubblicate qualche mese fa attraverso un sito Bandcamp (Tundradub). La Klangverhältnisse, la giovane etichetta tedesca conosciuta per la release di Hesperia (Magdalena Solis), non si è fatta sfuggire l'occasione, ed ecco pronta la ristampa in cassetta con l'aggiunta di una traccia bonus.
"Amen" è un disco ben fatto anche se da quella sensazione di "già sentito"; è un album tutto sintetico, dalla prima all'ultima nota. I suoni sono puliti, lineari, aggressivi e soprattutto glaciali; mentre le parti vocali assumono forme spettrali ed eteree quando a cantare è la ragazza, turbate e inquiete, quando invece è il maschio.

L'introduzione quasi da rito funebre di "Pure", accompagnato da frequenze sonore similari a campane ed organi, riconduce immediatamente alle migliori opere dark-ambient e martial-industrial di Peter Andersson (Raison D'etre). Le suadenti note vocali di "Amen" e poi di "Maasym" hanno un effetto destabilizzante e al tempo stesso bloccante: come se la sirenetta di Copenhagen si animasse e cominciasse il suo ammaliante e dolce canto.
In "A Screw", che è un'ottima rielaborazione della canzone originale degli Swans, i synth diventano aggressivi e violenti. Una volta inserito il nastro magnetico nel mangiacassette e partita la musica, il rischio principale è quello di danneggiare le testine causando profonde abrasioni; secondariamente, le casse cominciano a vibrare come se al loro interno fosse in atto una scossa tellurica di forte magnitudo.

"Exu Rei", infine, mostrando molteplici approcci e riscontri, risulta essere la canzone più interessante: prendete la voce del reverendo Marilyn Manson nella diabolica ballata di "Man That You Fear", aggiungete le caotiche e urticanti parti sintetiche di "Closer" dei Nine Inch Nails e contornate di beat trip-hop stile Massive Attack; mescolate bene il tutto ed ecco pronto il cocktail ideale.
"Amen" è un discreto disco di debutto, accattivante e sensuale, come testimonia anche la copertina. Vent'anni fa sarebbe entrato con diritto e prepotenza nel genere electro-industrial, oggi è witch house; e così sia, i tempi che corrono.

A Screw (Holy Money)

13/09/2011

Tracklist

  1. Pure
  2. Amen
  3. Maasym
  4. Holy Love
  5. A Screw (Holy Money)
  6. ○+☆≋□ (Symbols)
  7. Exu Rei

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