Se Kenneth Anger dovesse mai decidere di girare "Scorpio Rising" in salsa post-punk, probabilmente "Trust The Witch" sarebbe una fonte imprescindibile da cui attingere per il "commento" sonoro. Bikers, blasfemia, giacconi di pelle, tempeste ormonali e tanto rock. Se c'è un'artista che più di ogni altra personifica l'immaginario della ninfomane nichilista questa è senza dubbio Lydia Lunch.
Che la Nostra non fosse un'educanda pudica e composta era quantomeno intuibile già dai memorabili esordi, dai Teenage Jesus & The Jerks a qual numero da cabaret a luci rosse chiamato "Queen Of Siam".
Big Sexy Noise (con parte dei Gallon Drunk a reggerle il gioco), rappresenta però la sua incarnazione più aggressiva e sfrontata: la Lunch smette i panni della prostituta d'appartamento e con il suo armamentario di borchie, calze a rete e guanti in lattice si aggira nella notte affamata di sesso e dissoluzione. Non ci sono fronzoli né preliminari: "Ballin' The Jack" e "Cross The Line" sono puro delirio hardcore, con il sax di Edwards ridotto a brevi urla impazzite e la Lunch che sputa oscenità nelle sue nuance più scure e malefiche.
Non si può resistere alla strega newyorkese, quando prova poi a corromperci con due sensuali bluesoni come "Won't Leave You Alone" e "Trust The Witch", la perdizione è definitiva."Got a thousand ways to torture you/ a hundred ways to make you cry", ci ammonisce subito dopo in "Devil's Working Overtime", ma più che una minaccia è un'invitante proposta erotica, che l'ascoltatore non può declinare: soppresso i giudizi di ordine morale la parola "perversione" è priva di ogni significato.
Così, tra garage roboanti e libidinosi rallentamenti, si giunge a "Forever On The Run", summa del lavoro e nuova dichiarazione d'intenti per la Lunch: si riallacciano i pantani e si risale in motocicletta, verso la notte, alla volta di nuove depravazioni.
È il lato più grezzo e carnale dell'ascoltatore, che "Trust The Witch" prova a stuzzicare, empio come una bestemmia, istintivo e liberatorio come un orgasmo.
23/12/2011