Ennesimo tassello di una discografia non sempre fruttuosa (se non proprio discontinua), “Tiny Creture” di Cex è un veicolo per i quasi venti minuti di “Critterpated”, un’intelligente riduzione “fumettistica” dell’”Irrlicht” di Klaus Schulze.
È la sua piéce finora più astratta, persino colta. Il montaggio di sovratoni apre con una solenne “toccata” di note cinesi e correnti elettroniche da film di John Carpenter. La “fuga” si annuncia con un respiro alla Vangelis, deturpato da ogni sorta di bordone digitale, in uno switching policromatico di quinte armoniche. Infine, tocchi d’organo e una sirena industriale (la parte più cosmica) conducono a una disgiunta elegia conclusiva.
Spesso brutale e grezzo, il pezzo è combinato e diretto dai sovratoni, i cui cambi drastici generano armonia, atmosfera e volume. Il resto dell’album (il tredicesimo, ma il primo a segnare il ritorno alla Tigerbeat6 dopo quasi una decade) è tristemente assestato sulla parodia di se stesso (Rijan Kidwell, nativo di Baltimore, aiutato dalla moglie) o di altri.
27/04/2011