Il ritorno in pista dei californiani Crystal Antlers, dopo “Tentacles”, si deve a “Two-Way Mirror”, un disco che rifinisce in chiaro le facezie dei loro primi decorsi, fluidificando la calligrafia e facendo maggiore attenzione alle articolazioni delle canzoni.
I migliori esempi delle loro acrobazie passatiste sono il minuetto garage di “Seance” e il più selvaggio “By The Sawkill”. Ciò che proietta la band in un futuro potenzialmente sperimentale è il breve intermezzo di “Knee Deep”, un teatrino macabro di urla e brusii, i due minuti di “Always Afraid”, i Doors diretti e arrangiati da Frank Zappa, e l’intro della danza di “Summer Solstice” (note di wurlitzer e maree di fuzz); mentre, di contro, ciò che catapulta la band in un futuro potenzialmente commerciale è l’altalena emo-core di “Two-Way Mirror” e l’atmosfera di “Fortune Telling”. “Dog Days”, la traccia lunga di chiusura, raggiunge persino il camaleontismo dei Faith No More (da power-ballad grunge a lento acido).
Lo schema è quello della parata psichedelica alla Tim Leary, ma la confezione tecnica non è sostenuta dalla tenuta armonica. Primo albo - per la loro personale label Recreation Ltd. dopo il fallimento della Touch And Go -, dopo la dipartita dell'organista originale Victor Rodriguez, sostituito da Cora Foxx.
31/08/2011