Elektro Guzzi

Parquet

2011 (Macro)
techno

Nemmeno il più esperto mago avrebbe saputo miscelare Underground Resistance e la Moto Guzzi riuscendo a ottenere una pozione tanto esplosiva. La cosa rimane ancor più misteriosa, nei riferimenti motoristici quantomeno, se si pensa che questi tre alchimisti sono austriaci.
Fatto sta che ci troviamo davanti a una perla di minimal techno acusticamente realizzata.
Il set degli Elektro Guzzi, freschi vincitori dell'EBBA 2012, si compone infatti di tre strumenti canonici: basso, batteria e chitarra, opportunamente tuned per portare in scena un sound che trae ispirazione dalla scena industriale di Detroit.
Un album che rapisce con un suono asciutto e vintage; che non bada a frivolezze ma colpisce duro grazie all'incedere delle composizioni - potente e prepotente.

Si parte dall'italiano, terra che Jacob e i due Bernhard debbono apprezzare particolarmente. Si decolla con "Affumicato", dal retrogusto arabeggiante, e in men che non si dica si coglie il distacco dalla produzione fredda delle sole macchine: si suona, si campiona, si cicla e si ri-cicla.
La pozione magica rapisce e porta in Pentagonia, terra inesplorata dove riecheggiano colpi sordi di battiti primordiali intervallati da respiri di macchine ausiliari. La batteria incalza, mentre chitarra e basso si sfidano in collezioni di ricami minimalisti. Il video del singolo dimostra quanto il lavoro di ricerca degli Elektro Guzzi sia interessante: il connubio è riuscito, il gusto raffinato.
Oscuramente "Absorber", la terza traccia, si trascina con andamento pesante assieme al suo sottile, quasi ironico riff a fare da accompagnamento. Con piglio sicuro si apre "Panier" e si divincola tra filtri che si schiudono e si richiudono come fiori nell'arco di una giornata: un tintinnio asciutto che sosta sospeso e riparte fra echi onirici e il solito coerente incedere  fermo e deciso.

"Vertical Axis" si dibatte fra un ambiente disegnato da volumi di floydiana memoria e un assolo di batteria che non si discosta dalla continuità: giunge alla fine un basso a prenderla per mano e portarla via. Altro trattato imperdibile è "Moskito", la traccia più lunga dell'album, nove minuti di volteggi elettronici, ipnotici sottofondi e il solito incalzante ritmo. Una cavalcata che non finisce di piacere, che lascia ogni volta pronti a ripartire: il finale sembra portare la mano di Apparat nei ricami d'atmosfera, mentre sotto batte il solito cuore Elektro Guzzi.
"Slide Dandy" è un finale di quelli che non lasciano dubbi sulla portata dell'opera che ci troviamo di fronte: uno dei migliori album d'elettronica, se non il migliore, dell'anno appena chiuso.

Aspettiamo, dunque, di scoprire in quale maniera sapranno rinnovarsi, e attendiamo con trepidazione esibizioni live che dai video appaiono indimenticabili.
Tutti in sella alla Moto Guzzi, tutti in sella agli Elektro.
 
 

27/01/2012

Tracklist

  1. Affumicato
  2. Pentagonia
  3. Absorber
  4. Panier
  5. Vertical Axis
  6. Redford
  7. Reserva
  8. Moskito
  9. Slide Dandy

Elektro Guzzi sul web