Eveline

Alphaomega

2011 (Urtovox / Sonic Vista)
post-rock, psych-space-rock
6.5

Dopo quasi un decennio di faticosa ascesa, quattro album pubblicati (due dei quali autoprodotti) e la perenne lotta contro il riflusso dell'ascolto trasversale e superficiale che penalizza tutti coloro che propongono un sound ben più complesso e ricercato della media nazionale, la carriera dei bolognesi Eveline sembra essere giunta a una svolta (ci auguriamo) decisiva. Il magnifico predecessore "Waking Up Before Down" ha fornito al gruppo il passaporto per quella dimensione europea che la loro musica agognava, superando definitivamente i confini nazionali con ottimi riscontri soprattutto in Germania e nel Regno Unito. Ne è una prova tangibile l'uscita del nuovo "Alphaomega": il risultato di una sinergia produttiva che vede impegnate due etichette italiane (Urtovox e Locomotiv) e due internazionali (l'inglese Sonic Vista e la tedesca Borowka).

Un album che conferma la maestria degli Eveline nel trascolorare post-rock e psichedelia "huxleyana" proiettandoli, complice anche il concept astrale, in una quadratura formale a ridosso di certe sonorità space-rock, kraute e canterburiane, da odissea in un retro-spazio anni Sessanta e Settanta. Sorretto da una sezione ritmica poderosa, con il basso convesso e scolpito di j.c. in bella evidenza, su cui si stagliano le chitarre scabre ed effettate e le tastiere brumose, il suono si coagula, si fa più robusto e analogico, mentre aumentano anche i passaggi cantati, con la voce, al solito soffusa e suadente, che emerge in maniera più convinta dal coro degli altri strumenti.

Una missione spazio-temporale, quella degli astronauti italiani, che decolla lenta e ipnotica, in assenza di gravità, con la litania di "To Kaluza's White Quasar", diventa via via più incalzante fra le spire dell'organo della floydiana "Interstellar", assume corpo e tonalità quasi bluesy in "Omega" o dispari e tribali in "Last Time Alpha Century" (notevole l'utilizzo in chiave ritmica del piano elettrico), prog nei cambi e nelle sospensioni di "She's From Mars", fra raga e sci-fi distopica in "Terrible N.1", con la voce di d.m., lugubre e invasata, che si ritaglia un inedito assolo drammatico. Prima di sublimarsi allo stato gassoso e stellare nell'ambient pianistica e screziata di glitch di "Lunar8", nella quale un sussurro flebile e rapito (la voce è quella di un Brian Eno riverberata tra gli echi di una supernova) ci guida attraverso gli undici minuti di uno dei brani più belli che gli Eveline abbiano mai composto finora.

"Alphaomega" aggiunge un altro pregevole tassello al complesso mosaico stilistico di una band mai scontata. Qualità da esportazione.

29/03/2011

Tracklist

  1. To Kaluza's White Quasar
  2. Interstellar
  3. Omega
  4. She's From Mars
  5. Last Time At Alpha Centauri
  6. Terrible N. 1
  7. Little Comet
  8. Lunar8

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