Grip Casino

STLNV

2011 (Geograph)
experimental-folk, lo-fi

Si è discretamente parlato, anche su queste pagine, del collettivo romano Borgata Boredom, che raggruppa diversi gruppi outsider dell'area di Roma Est (zone popolari quali Pigneto, Casilino, Centocelle e Tiburtino Terzo), i quali propongono una miscela di un noise-rock parecchio primitivo (o "primitivista"), volutamente e testardamente amatoriale, sperimentazioni da bric-à-brac casalingo, talvolta anche abbastanza naif, sempre sotto i dettami di una caparbia volontà di rimanere indipendenti a tutti i costi, fieramente do it yourself. Di tale collettivo si ha anche una testimonianza vinilitica, la raccolta "Music And Noises From Roma Est", pubblicata recentemente per la coraggiosa No-Fi Recordings.

I principali alfieri di questa grande famiglia sono i veterani noiser Hiroshima Rocks Around, i rumoristi Maximillian I, i punker Capputtini I' Lignu e il bislacco Grip Casino (moniker dietro il quale si cela Antonio Giannantonio, ex chitarrista dei Noise From The Cellar e Laser Tag) con il suo anti-folk minimale. Anche Antonio ha varato una sua etichetta, ovviamente indipendente, la Geograph, e ha riservato la sua prima uscita discografica proprio per l'album di debutto della sua creatura Grip Casino.
Avendolo visto dal vivo e non avendone ricevuto particolari impressioni positive (era un set di sola chitarra scordata e di vocalizzi stonati), devo invece ricredermi all'ascolto di questo suo disco. Si parte abbastanza bene con una cover di un pezzo minore dei Fall, "Hotel Bloendel", qui tramutato in una sorta di mantra alla Allen Ginsberg. L'accordo ultra-minimale di chitarra di "Judge Me", le sbilenche nenie folk di "Mary Burned His Fingers" e "When I Get To Heaven" non possono non far pensare al più laconico e pazzoide Daniel Johnston (quello di "Yip/Jump Music", per intenderci), roba che neanche gli Half Japanese avrebbero mai avuto il coraggio di suonare! Per non dire dello stile vocale assolutamente stonato (talvolta, anche fuori tempo) del nostro Antonio.

In "Handshake" si omaggia giustamente il genio del compianto Syd Barrett, "Tones" prova a fondere in un unico calderone i Royal Trux del primo omonimo album e i Faust di "Faust Tapes". I primi Grifters (quelli di "So Happy Together") fanno capolino nella conclusiva "Judge Me - Reprise".
"STLNV" tenta però anche altre strade, se vogliamo più avventurose di un mero stile folk, con le sperimentazioni micro-waves alla Ryoji Ikeda di "Mary Burned His Finger" (caratterizzata da pochi clicks and cuts minimali), le atmosfere plumbee di "Divided Between Two Wills", in cui pare di assistere a una prova dei Residents in una jam session con Harry Partch, il tutto seppellito da una coltre di rumore bianco.

Pezzi forti del disco sono anche i cinque brevi interludi solo strumentali, intitolati "Skit" (nel primo si odono unicamente dei peti, musica concreta nel secondo, minimal-techno casereccia nel terzo, nu-electronica alla Pan Sonic con finale di chitarra preparata nel quinto), che costituiscono un buon diversivo stilistico.
In sostanza, un disco e un autore discretamente originale e fantasioso, da tenere d'occhio senz'altro. Va anche aggiunto che Antonio è il vocalist del gruppo now-wave Real Miracolo, che ha di recente suonato come spalla dei Mi Ami e del quale uscirà un Ep di debutto i primi giorni di giugno.

26/05/2011

Tracklist

  1. Hotel Bloendel
  2. Skit One
  3. Skit Two
  4. Judge Me
  5. Skit Three
  6. Handshake
  7. Divided Between Two Wills
  8. Nervi
  9. Skit Four
  10. Mary Burned His Finger
  11. Skit Five
  12. Work
  13. When I Got To Heaven
  14. Tones
  15. Judge Me - Reprise

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