Jello Biafra and the Guantanamo...

Enhanced Methods of Questioning Ep

2011 (Alternative Tentacles)
hardcore punk

Coloro che due anni fa ebbero il piacere di assistere al ritorno in scena di Jello Biafra avranno potuto felicemente saggiare il protrarsi di una leggenda: l'istrionico frontman dei Dead Kennedys è infatti uno dei pochi ad aver superato i cinquanta con lo stesso spirito di quando era un ragazzotto sbraitante in mezzo al pogo sfrenato di "Holiday In Cambodia". Così, dopo "The Audacity Of Hype", primo full length con la nuova formazione, i Guantanamo School of Medicine, Jello torna con un Ep davvero "esteso", la cui versione cd raggiunge infatti i cinquanta minuti di durata. Quest'ultima è accompagnata da un sontuoso booklet che si apre a fazzoletto per quasi mezzo metro quadrato: un caotico collage di articoli di giornale, documenti fotografici di ogni genere, dal colonnello Gheddafi al Ku Klux Klan (sì, c'è anche Silvio...); un impietoso stream of consciousness visivo dove vengono raccolte le brutture della guerra e della società dei consumi affiancate dai loro diretti responsabili, gli attuali capi di Stato internazionali.

Quanto al contenuto, la semi-nuova formazione è giovane, ma la furia hardcore non è per nulla distante da quella a cui siamo abituati e che ancora ci aspettiamo da cotanto nome. La doppietta in apertura è davvero d'impatto e l'"abbaio" accusatorio del frontman rimane inconfondibile, identico a trent'anni fa. Ma pur essendo ancora lampante l'insolenza della sua voce, essa passa stranamente - e letteralmente - in secondo piano, soffocata da una produzione poco accorta e, certo, da distorsioni un po' più "heavy" del solito.
Già dalla fine dell'avventura coi Dead Kennedys il lavoro di Biafra è stato incentrato su un discorso più prettamente critico/satirico, segnato dalla pubblicazione di numerose raccolte di spoken word. Nel frattempo, il "propaganda punk" ha trovato riscontro anche sul piano mainstream dell'era durante e post-Bush (pensiamo ai NOFX di "The War On Errorism" e alla recente deriva politica dei Green Day). E anche in questo caso, il "metodo avanzato d'interrogatorio" corrisponde a un particolare impegno nei testi, sempre sul pezzo per sfatare il Sogno Americano: Jello è pronto a sbeffeggiare le "squallide figure che attraversano il paese" ("Dot Com Monte Carlo") e il richiamo alle armi ancora in odore di Vietnam ("Victory Stinks"); e poi il testamento biologico, il caso mai davvero archiviato del "sexgate" clintoniano (qui additato come viagra-dipendente)...
A quanto pare, il mattatore dell'hardcore ha in serbo ancora una lunga serie di cartucce che divengono anche più affilate nelle esibizioni live, trionfo della sua mimica allusiva e schizoide.

Infine, nascosta in fondo alla scaletta ci attende una ghost track davvero inusuale: una jam lunga quasi venti minuti, dove Jello torna a raccontarsi a chiare lettere, accompagnato da una chitarra mutante, sospesa tra dub e assoli in slide riverberato, e l'incessante groove del basso. Divagazione invero un po' stridente rispetto al linguaggio diretto dei pezzi principali, e d'altronde inutilmente aggiunta a una pubblicazione dichiaratamente "minore".
Conviene raccogliere ciò che davvero conta - cinque schegge coinvolgenti e mordaci - aspettando un altro album di inediti, un altro glorioso tour o forse nulla. Tanto, ora come ora, Jello non deve dimostrare proprio nulla, a nessuno.

29/10/2011

Tracklist

  1. Dot Com Monte Carlo
  2. The Cells That Will Not Die
  3. Victory Stinks
  4. Invasion of the Mind Snatchers
  5. Miracle Penis Highway

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