King's Daughters And Sons

If Then Not When

2011 (Chemikal Underground)
alt-folk, post-rock, slo-core

"In parte William Faulkner, in parte Led Zeppelin". C'è questa frase, nella cartella stampa dei King's Daughters And Sons, che indubbiamente cattura l'attenzione. Subito dopo, vien da pensare: "Chi mai si potrà permettere un accostamento del genere?". Poi leggi i componenti di questo nuovo progetto, formatosi già nel 2007, e capisci da dove sorgono tutte le aspettative, che solo si intuiscono da questa presentazione: Rachel Grimes, Kyle Crabtree, Joe Manning, Todd Cook e Michael Heineman. Gente che ha militato, con più o meno rilievo, in band come Rachel's, Shipping News e For Carnation.
Stelle di un panorama alternativo americano, a cavallo tra 90 e Duemila, che trovano in questo "If Then Not When" un ideale punto di incontro tra le loro diverse sensibilità, unificate con una prevedibile classe ma, cosa più importante, senza edulcorazioni.

Il disco, prodotto da Kevin Ratterman (già coi My Morning Jacket, tra gli altri), presenta, con "Sleeping Colony", la sua proposta: asprezze, spigoli amplificati dall'essenzialità di tale produzione, il faticoso, oppressivo montare della progressione chitarristica, che ha in sé tutta la corporeità (da qui e dalla dirompenza in generale degli stacchi post-rock del disco l'accostamento ai Led Zeppelin) delle storie raccontate dal gruppo. Murder ballad, in piena tradizione americana, tra le quali "The Anniversary", lunga liaison tra pianoforte e chitarra, sospesa tra indignazione dylaniana e deformazioni "melanconiche".
Non mancano episodi più suadenti, come negli A Weather di "Arc Of The Absentee", nella quale la Grimes è prima voce, in una fortunata - dal punto di vista melodico - digressione dall'atmosfera spesso plumbea del disco.

Grandi maestri nel riempire gli spazi, nel far risuonare i vuoti minacciosi di vite alla deriva, che narrano con interpretazioni sempre convincenti - a volte anche in puro stile anni 90, come in "Lorelei" - i King's Daughters And Sons non riescono però del tutto a toccare certe corde, a mandare in porto i lunghi - ma spesso anche un po' spenti - brani di "If Then Not When", che si sviluppa su ben cinquantun minuti, per sole otto tracce.
Manca la forza evocativa di un'ispirazione un po' più concreta, non legata a una fusione fredda delle anime del gruppo, che forse manca di una figura centrale che dia la spinta creativa, al di là dell'intesa tra i membri dello stesso.

19/12/2011

Tracklist

  1. Sleeping Colony
  2. Arc Of The Absentee
  3. Dead Letter Office
  4. The Anniversary
  5. A Storm Kept Them Away
  6. Volunteer
  7. Lorelei
  8. Open Sky

King's Daughters And Sons sul web