Patrick Wolf

Lupercalia

2011 (Mercury)
chamber-pop

Sta correndo un rischio, Patrick Wolf, quello che è sempre dietro l'angolo ogniqualvolta un artista decida di dedicare la sua opera all'estasi amorosa e alla gioia che ne consegue, anziché ai tormenti e agli struggimenti della vita: quel rischio di apparire un po' sciocchi, vacui e stucchevoli.
Al cantautore inglese, però, il coraggio di esprimersi e proporsi ogni volta sotto una nuova veste non è mai mancato, e così l'album che era stato inizialmente concepito come il completamento del precedente e cupo "The Bachelor" ne è diventato, gradualmente e sempre più, la sua luminosa controparte e antitesi.

Per dar vita a "Lupercalia", intitolato come gli antichi riti purificatori auspicanti fertilità e benessere, Wolf si è messo a nudo, spogliandosi (relativamente) dai troppi orpelli, dalle tentazioni avanguardistiche e dalle atmosfere più claustrofobiche, tralasciando le sue colte contaminazioni folktroniche in favore di una purezza pop cristallina, levigata - distante anche dal caleidoscopio stilistico di "The Magic Position" - e che fa del classicismo, melodico e strumentale, la sua più spiccata peculiarità.
L'album sembra addirittura snodarsi come una delle più tipiche storie d'amore, iniziando come una gioiosa e sensuale celebrazione della vita, un colpo di fulmine che scuote grazie agli ottoni quasi bandistici della old-fashioned "The City" e della più pastorale "Bermondsey Street", ma anche al luccicante pianoforte in vena ABBA dell'ariosa "House" (la cui impeccabile apertura melodica avrebbe fatto gola a tanti gruppi britannici del decennio appena trascorso) e all'ottimismo di "The Future".

È invece un vibrante e nostalgico volteggiare di archi a caratterizzare la parte più romantica del disco, evocando quindi la nascita di sentimenti più profondi: l'invito ad accettare l'amore senza riserve (l'ammaliante sussurro della suggestiva "Armistice" e la brevissima "William"), il lasciarsi felicemente alle spalle le relazioni finite male (un'euforica "Time Of My Life"), la tenerezza quotidiana nel delicato valzer in punta di piedi della cinematografica "The Days" e, infine, il non poter più fare a meno dell'altro nel coinvolgente crescendo di "Slow Motion" ("wake me out of that deep sleep, darling, with your kiss" invoca l'innamorato Wolf tra curiose russate elettroniche e canti muezzin).
Si arriva quindi allo zenit dell'idillio con la consapevolezza di essere più forti insieme, "Together", appunto, il brano più moderno e slanciato dell'album (con un pathos simile a quello delle prime prove soliste di Morrissey) e sentendosi finalmente e completamente appagati (la placida "The Falcons", che chiude l'album in maniera speculare a com'era iniziato).

Non saranno in pochi a storcere il naso davanti a questa candida semplificazione e nel ritrovare un po' annacquato e domato ciò che aveva caratterizzato sino a questo momento la musica di Wolf. Qualcuno forse avrebbe dovuto farglielo capire, dirgli che sarebbe stato più conveniente ingarbugliare un po' il tutto anziché apparire così diretti e vulnerabili... ma, si sa, quando si è innamorati non c'è ragione che tenga e tutto sembra bello e meritevole di essere vissuto e condiviso. E nel caso di "Lupercalia" lo è per davvero.

05/06/2011

Tracklist

  1. The City
  2. House
  3. Bermondsey Street
  4. The Future
  5. Armistice
  6. William
  7. Time Of My Life
  8. The Days
  9. Slow Motion
  10. Together
  11. The Falcons

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