I They Might Be Giants sono un fenomeno prettamente americano, e non ci sono molte ragioni per cui non dovrebbero continuare a esserlo. In altre parole: dalle nostre parti della loro musica possiamo farcene poco. Non che ci faccia schifo. Anzi. Solo che il loro alt-pop di maniera pare fatto apposta per fare da colonna sonora a uno di quei telefilm che infarciscono le serate di Mtv, con le feste del college, le finte caricature delle ragazzine in stile Barbie e tutto il resto.
Però stiamo parlando di gente che ha pubblicato il suo primo album venticinque anni fa, e nessuno si sognerebbe di dire che John & John (Linnell e Flansburgh) non sappiano fare bene quello che fanno. Semplicemente, il senso della loro musica si adatta a fatica all'idea che abbiamo noi di come dovrebbe suonare del buon indie americano.
Negli ultimi anni la produzione del duo si è concentrata principalmente sul filone "musica per bambini", e questo già sembra voler dire qualcosa. Musica per bambini, sì: album composti da canzoni educative e filastrocche, un modo meno scemo di molti altri per provare a far imparare qualcosa ai vostri figli prima che comincino a sentire l'irrefrenabile desiderio di innamorarsi dell'erede di Hannah Montana – o di somigliarle, qualora fossero femmine. E naturalmente non è così facile, scrivere musica per bambini, e pare che tutto sommato ai They Might Be Giants sia riuscito piuttosto bene.
Quanto a noi, che non siamo più bambini già da un bel po', dovremmo cercare di capire quanto c'è di buono e quanto di meno buono nel loro nuovo disco "per adulti", che si intitola "Join Us" ed è uscito un paio di mesi fa, a distanza di quattro anni dal predecessore "The Else". E allora ecco che torniamo a quello che si diceva all'inizio: roba da young americans.
Innanzitutto, ad ogni modo, giova ripetere che non abbiamo a che fare con degli sprovveduti misconosciuti. Saranno un po' dei nerd, questi due tizi, ma ogni loro disco in un modo o nell'altro finisce in classifica, e pure "Join Us" non ha fatto eccezione: posizione numero 32 di Billboard, numero 8 se consideriamo le categorie rock e alternative. I They Might Be Giants hanno i loro fan, insomma, e una critica al di là dell'Atlantico spesso benevola.
Ma veniamo a "Join Us", su. Diciotto canzoni, diciotto piccole, rotonde caramelle colorate. Chitarre elettriche che berciano ma con contegno, melodie che girano su se stesse, sfumature folkeggianti e ritornelli innocenti. Un po' dalle parti degli Weezer, per intendersi, gli Weezer più blandi. In realtà c'è qualche episodio che si discosta un po' dalla massa, è vero. Come "The Lady And The Tiger", messo laggiù, quasi in fondo, una specie di nenia hip-hop vagamente beckiana: gli diamo la palma di pezzo più interessante. E anche i brani che seguono, prima del finale sguaiatamente low-fi pop di "You Don't Like Me", cambiano rotta, ma con risultati dubbi. In ogni caso, se dovessimo scegliere una canzone in grado di rappresentare meglio di qualunque altra il sound e lo spirito dei They Might Be Giants, aggiornato al 2011, non potremmo che optare per "Can't Keep Johnny Down". Traccia numero 1 dell'album, singolo di lancio. Tutto fin troppo semplice.
06/09/2011