They Might Be Giants

Join Us

2011 (Idlewind)
alt-pop

I They Might Be Giants sono un fenomeno prettamente americano, e non ci sono molte ragioni per cui non dovrebbero continuare a esserlo. In altre parole: dalle nostre parti della loro musica possiamo farcene poco. Non che ci faccia schifo. Anzi. Solo che il loro alt-pop di maniera pare fatto apposta per fare da colonna sonora a uno di quei telefilm che infarciscono le serate di Mtv, con le feste del college, le finte caricature delle ragazzine in stile Barbie e tutto il resto.
Però stiamo parlando di gente che ha pubblicato il suo primo album venticinque anni fa, e nessuno si sognerebbe di dire che John & John (Linnell e Flansburgh) non sappiano fare bene quello che fanno. Semplicemente, il senso della loro musica si adatta a fatica all'idea che abbiamo noi di come dovrebbe suonare del buon indie americano.

Negli ultimi anni la produzione del duo si è concentrata principalmente sul filone "musica per bambini", e questo già sembra voler dire qualcosa. Musica per bambini, sì: album composti da canzoni educative e filastrocche, un modo meno scemo di molti altri per provare a far imparare qualcosa ai vostri figli prima che comincino a sentire l'irrefrenabile desiderio di innamorarsi dell'erede di Hannah Montana – o di somigliarle, qualora fossero femmine. E naturalmente non è così facile, scrivere musica per bambini, e pare che tutto sommato ai They Might Be Giants sia riuscito piuttosto bene.
Quanto a noi, che non siamo più bambini già da un bel po', dovremmo cercare di capire quanto c'è di buono e quanto di meno buono nel loro nuovo disco "per adulti", che si intitola "Join Us" ed è uscito un paio di mesi fa, a distanza di quattro anni dal predecessore "The Else". E allora ecco che torniamo a quello che si diceva all'inizio: roba da young americans.

Innanzitutto, ad ogni modo, giova ripetere che non abbiamo a che fare con degli sprovveduti misconosciuti. Saranno un po' dei nerd, questi due tizi, ma ogni loro disco in un modo o nell'altro finisce in classifica, e pure "Join Us" non ha fatto eccezione: posizione numero 32 di Billboard, numero 8 se consideriamo le categorie rock e alternative. I They Might Be Giants hanno i loro fan, insomma, e una critica al di là dell'Atlantico spesso benevola.

Ma veniamo a "Join Us", su. Diciotto canzoni, diciotto piccole, rotonde caramelle colorate. Chitarre elettriche che berciano ma con contegno, melodie che girano su se stesse, sfumature folkeggianti e ritornelli innocenti. Un po' dalle parti degli Weezer, per intendersi, gli Weezer più blandi. In realtà c'è qualche episodio che si discosta un po' dalla massa, è vero. Come "The Lady And The Tiger", messo laggiù, quasi in fondo, una specie di nenia hip-hop vagamente beckiana: gli diamo la palma di pezzo più interessante. E anche i brani che seguono, prima del finale sguaiatamente low-fi pop di "You Don't Like Me", cambiano rotta, ma con risultati dubbi. In ogni caso, se dovessimo scegliere una canzone in grado di rappresentare meglio di qualunque altra il sound e lo spirito dei They Might Be Giants, aggiornato al 2011, non potremmo che optare per "Can't Keep Johnny Down". Traccia numero 1 dell'album, singolo di lancio. Tutto fin troppo semplice.

06/09/2011

Tracklist

1. Can't Keep Johnny Down
2. You Probably Get That a Lot
3. Old Pine Box
4. Canajoharie
5. Cloisonne
6. Let Your Hair Hang Down
7. Celebration
8. In Fact
9. When Will You Die
10. Protagonist
11. Judy Is Your Viet Nam
12. Never Knew Love
13. The Lady and the Tiger
14. Spoiler Alert
15. Dog Walker
16. 2082
17. Three Might Be Duende
18. You Don't Like Me

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