"Resurgence", ovvero Eric Quach e la dark-wave. Alla sua terza prova dietro il moniker Thisquietarmy, il musicista canadese ha deciso di fare le cose in grande: grandi nella mole (doppio Lp) e soprattutto nelle ambizioni, con la firma per la Denovali e la spinta più decisa verso una nuova dimensione musicale.
Quach, infatti, prende le mosse dalle fosche suggestioni ambientali dei primi lavori e per "Resurgence" rispolvera dallo scantinato chitarre, basso e batteria, tentando in questo modo di dare un'impronta più "fisica" alla sua musica.
Seduzioni dark che dallo sfondo passano in primissimo piano: "Revival" sorprende così con i suoi sette minuti di cacofonia post-punk, offuscati però da banchi di nebbia dronica che si infittiscono nella lunga coda di "Renaissance". "Birds, Ashes And Fire" e "Summer Isolation", invece, giocano tra shoegaze e psichedelia facendo eco agli ultimi Seefeel.
Eppure, nonostante la forma impeccabile, "Resurgence" non riesce a convincere. I brani si rivelano statici, a volte incompiuti a volte decisamente prolissi: quasi sempre l'attenzione dell'ascoltatore preferisce declinare verso la polvere sulla mensola e la lista della spesa.
Anche i momenti più suggestivi come "Waltz Of The Mourners" e "Whispers In The Trees" (l'influenza della 4AD dei bei tempi è qui palese più che altrove), suscitano un debole fascino, ma non emozionano mai veramente.
La lunga "Gone To The Unseen", tra droni dilatati, accelerazioni ritmiche e il soffice cantato di Meryem Yildiz, chiude però dignitosamente il lotto, lasciando intravedere le possibili direzioni future della creatura di Eric Quach, rispetto la quale "Resurgence" è più probabilmente quello che si dice un "disco di transizione".
16/12/2011