Zac Nelson

Concepito, suonato e registrato in appena 2 giorni e mezzo nel mese di maggio in quel di Portland, "Domain Of Pure Speculation" ritorna al caos più o meno organizzato dell'universo Hexlove.

Un gioco di specchi psichedelico e folle, che richiama alla memoria tanto la follia di Brian Wilson (le sbandate "The Scrutinizing Gaze Of Psychology" e "Enter The Cage Of Time"), quanto la weirdness senza limiti dei Residents ("Supreme Farewell", "What Is The Meaning Of This Storm"), ma anche alcune delle ipotesi più visionarie della musica cosmica ("The Walls Stood Back To Let Her Pass").
Non è, però, il miglior Zac Nelson possibile: lo troviamo, qui, in semplice defaticamento, sornione e divertito; come un bambino che, alle prese con una montagna di giocattoli, si diverte a scegliere ora questo, ora quello, magari in base al colore o alla forma.

Nessuna novità, insomma, per quanti hanno apprezzato le opere più importanti dell'artista americano, ma per qualcuno potrebbe, comunque, risultare "divertente" affrontare una materia così (s)composta e deforme, alla ricerca di piccoli grumi melodici nascosti da grandinamenti percussivi ("Pass Over My Scalp"), confuse tra le maglie di un batterismo spastico ("Teach Them To Read And They Revolt") o completamente dissolte dentro tunnel subacquei ("He Will Not Sleep In The Shade Of The Plane Trees").

11/12/2011